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Doppia morale per la sinistra: a Roma la finta legalità, in Emilia il vero malaffare…

Le cooperative comuniste controllano il mercato alimentare italiano.

Nelle rilevazioni Infoscan la percentuale delle quote di mercato delle coop è al 26,7 %. È il tentacolare colosso rosso: oltre un quarto della grande distribuzione alimentare in Italia è targato Lega delle cooperative.

Le «nove sorelle» a marchio Coop e i Conad. Il concorrente più insidioso (tanto per ridere …) è la catena francese Carrefour, che supera di poco il 10 per cento. Seguono Auchan, Selex, Sidis, Esselunga e sigle minori. Un predominio indiscusso e inattaccabile.

Come hanno fatto le coop a conquistare questo primato? Leggetevi qui ( “Falce e carrello” ) l’articolo istruttivo sul potere rosso.

Comunque ed in sintesi: con un regime fiscale di assoluto favore, un assetto societario blindato e la possente leva finanziaria del prestito sociale. E con un sistema illustrato in una famosa intervista a Repubblica da Leonardo Del Vecchio, patron di Luxottica che con la famiglia Benetton aveva rilevato i marchi Gs e Autogrill dall’Iri-Sme. È uno scenario simile a quello sintetizzato da Silvio Berlusconi, cioè la triangolazione fra coop, partito (Pci-Pds-Ds) e amministrazioni locali di sinistra. Il re degli occhiali spiega dunque così la decisione di vendere i negozi Gs a Carrefour

Come di recente con SKY, occorre riequilibrare la tassazione delle Coop, per equipararne in qualche modo il regime fiscale alle aziende concorrenti. Quindi incrementare dal 12,5 al 20% di tassa sugli utili e obbligo di destinazione di un ulteriore 5% dei guadagni al Fondo per i più deboli, cioè la famosa carta sociale allo studio per pagare alimentari e bollette.

piovrarossa

Le Coop godono privilegi fiscali e, non ultimo, il polmone finanziario inesauribile del prestito sociale, una fonte di finanziamento gigantesca che rappresenta un vero e proprio abuso nei confronti del cittadino-contribuente. Infatti, nonostante la legge vieti l’esercizio attivo del credito, di fatto le Coop funzionano come fossero sportelli bancari, raccolgono i risparmi dei soci, li usano a loro piacimento e distribuiscono interessi che nessun istituto di credito si può permettere. Ciò perché l’imposta sugli interessi non è al 27% (come per i comuni mortali) bensì al 12.5%. Questa modalità per lo meno peculiare di finanziamneto, permette alle Coop di gestire una mole enorme di danaro senza essere soggette ai controlli delle autorità creditizie.

Da questo sistema di privilegi arrivavano i soldi che sarebbero serviti ad Unipol per comprarsi BNL, con la benedizione e il supporto telefonico dei vertici DS (“abbiamo una banca”). Di questo sistema sono figli alcuni sottoprodotti della famosa lenzuolata di Bersani, i farmaci da banco e le pompe di benzina alla grande distribuzione, per non parlare del ritiro di alcune concessioni TAV, guarda caso quasi solo esclusivamenti per quegli appalti (pochi) nei quali le Coop non sono coinvolte.

L’intreccio è presto scritto: Coop, partito (cambia sempre nome quindi non lo scrivo, chi cambia identità come la camicia d’estate non merita di essere citato), amministrazioni locali, con le risorse che in periodo pre-elettorale vanno dalle Coop al partito per poi invertire la rotta, una volta che le amministrazioni si sono insediate. E’ così che in Emilia Romagna le Coop controllano quasi il 70% della grande distribuzione alimentare (in Lombardia nessuna catena arriva al 10%), nella provincia di Modena si supera il 70%, mentre in Liguria hanno il monopolio assoluto degli ipermercati.

Per non dire del sistema degli appalti: anche nell’aggiudicazione degli appalti e nelle assicurazioni, le Coop hanno posizioni dominanti nelle regioni amministrate ormai da oltre mezzo secolo da giunte di sinistra.

Per non dire del turismo e della rete di imprenditori cooperativi amici che vantano privilegi – anche negli uffici del lavoro e nelle vertenze censurate e addomesticate dei lavoratori contro i loro ” padroni rossi” – e molti favori , spesso decisivi, dai loro assessori amici a scapito della libera concorrenza…

Questo é il mio settore e so di che parlo.

In conclusione: voi sinistri e la vostra doppia morale, a Roma coi giudici per la legalità in Emilia con le Coop ed il malaffare…

Commenti all'articolo

  • Di alberto fortuzzi (---.---.---.48) 10 luglio 2009 17:55

    In definitiva ti devo ringraziare , mi doni momenti di ilarità che neanche paperissima.
    Non ho capito bene quale settore ti attribuisci : quello della grande distibuzione alimentare o quello della grande distribuzione di cazzate?

  • Di Alessandro (---.---.---.251) 10 luglio 2009 19:07

    Che siano rosse, blu, oppure gialle, la legislazione italiana ha particolare tutela (e pone vincoli) per le società cooperative proprio per garantire la funzione sociale da loro svolta...basta andare a leggersi per bene le norme che vincolano la gestione e la redistribuzione degli utili per questo tipo di società.

  • Di paolo praolini (---.---.---.104) 10 luglio 2009 22:27

    Articolo tecnicamente apprezzabile per il livello di conoscenza dell’argomento.
    Solo un appunto, il giudizio dell’ultima riga era da risparmiare!

  • Di Kocis (---.---.---.198) 10 luglio 2009 23:18

    Gentile "mediolungo",

    non c’è il padrone che evade il fisco ed esporta moneta nei paradisi fiscali, per centinaia e centinaia di miliardi di euro a "triennio".

    Le Coop, per quel che è notoriamente saputo, pagano le casse comuni dello stato, fino alla briciola.

    Tutto il resto esposto nel tuo scritto nei corso degli anni è stato ampiamente detto dai signori della destra e dai loro vari amici del padronato...quelli dei "paradisi fiscali" e dei "paradisi della goduria".

    In questo sistema neoliberista che porta il mondo alla catastrofe finanziaria, produttiva ed ambientale........Molto meglio le Coop.

  • Di mediolungo (---.---.---.154) 11 luglio 2009 23:05

    più o meno quel che mi aspettavo
    "siccome la destra evade
    noi puri di sinistra
    quando possiamo
    facciam quel che c....o ci pare
    e voi zitti che non potete parlare"

    non capite una cosa che noi parvenue
    abbiam capito da tempo e che tre quarti degli italiani hanno ben presente:

    dovendo scegliere
    l’italiano medio prenderà sempre l’originale
    che la brutta copia petulante e moralista a chiacchiere
    ma che quando può...
    ah ah ah

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