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Dopo aver affondato il pubblico impiego, adesso Brunetta fa rotta su Venezia!

Il ministro della Funzione pubblica - come già annunciato dalle pagine di LiberalVox- non ha mai fatto mistero delle sue intenzioni: si candiderà a Venezia e, in caso di vittoria, farà il sindaco soltanto se potrà continuare a fare il ministro! In caso contrario, dovendo scegliere tra l’una o l’altra "poltrona", rimarrà dov’è, al ministero degli statali. Tra le due cariche non c’è incompatibilità formale - "esiste l’illustre precedente di Antonio Bassolino, contemporaneamente sindaco di Napoli e ministro del Lavoro" sostiene l’aspirante sindaco - però è chiaro che Brunetta ha bisogno di avere da Berlusconi un’adeguata copertura politica per affrontare il duplice impegno. Copertura che comprende, nei piani del ministro, anche la nomina di un sottosegretario (che oggi non ha), per non mollare la presa sui "fannulloni" quando gli impegni veneziani lo dovessero tenere lontano da Roma.
 
C’è già un identikit che circola nei palazzi romani. Senatore, veneto, esperto di questioni del lavoro, relatore della «legge Brunetta» che ha affondato il pubblico impiego: Maurizio Castro, trevigiano di Vittorio Veneto, ex manager Zanussi e presidente dell’Inail.
 
Il ministro, dopo aver più volte sfiorato il premio Nobel, ha in serbo ancora "grandi progetti": «Vorrei ridare a Venezia la dimensione internazionale che merita. Riportare la città ai fasti del Cinquecento, quando la città visse il suo massimo splendore». E potete contarci, ci riuscirà! Così come è riuscito a riportare gli statali ai fasti dell’«era fantozziana», quando la dirigenza della P.A. visse il suo massimo splendore e i travet strisciavano e sbavavano per una nota di qualifica e qualche ora di straordinario in più!
 
Professore universitario, scrittore, ministro e adesso pure sindaco? "Il dipendente pubblico non può assumere altri incarichi lavorativi a favore di soggetti terzi rispetto all’ente di appartenenza, sia che si tratti di privati o di pubbliche amministrazioni" Art.53, D. Lgs. n.165, del 30.03.01, rubricato “Incompatibilità, cumulo di imieghi e incarichi”.
 
Doppio, triplo lavoro? Delle due, l’una: o un ministro non è un dipendente pubblico, oppure quello del politico non è un lavoro!

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