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Disabili: l’esercito disperato

 
Sono noti a tutti, i frequenti tagli finanziari al comparto della disabilità. E gli enti preposti alla protezione di questa fascia della popolazione, hanno il loro bel da fare per far mettere in atto tutte quelle normative e strategie atte a rendere più vivibile una vita scomoda. Una vita resa difficile nelle minime azioni quotidiane. Un’esistenza in cui dribblare le tante difficoltà, a partire dalle barriere mentali fino a giungere alle ignominiose barriere architettoniche poste ovunque. Disabile sempre più spesso è pari a “peso” per la Società.
 
Insomma: poca volontà di prendere in seria considerazione la dignità di vita di tre milioni di persone costrette non solo a subire la disabilità che già di per se è un affronto naturale all’essere umano, ma anche l’insano approccio che la società dei “normodotati” adotta nei loro confronti.
 
Un esempio di questa tendenza all’oscuramento della parte disabile del Paese, è l’assoluta mancanza di informazione relativamente una manifestazione nazionale indetta dalle maggiori organizzazioni a tutela dei disabili che si è tenuta a Roma lo scorso tre Dicembre.
 
Il Teatro Valle, sito che ha accolto la manifestazione, era letteralmente invaso di persone. Eppure, nessun organo di stampa ne ha parlato. Nessuno che abbia avuto volontà di far sapere al mondo che i disabili esistono, chiedono, manifestano, hanno una loro giornata dedicata. Nulla. Non importa a nessuno.
 
Disabile è pari a reietto. Disabile non appartiene alla comunità. Disabile è un “difetto”. Un granello di sabbia nell’ingranaggio “lucente” composto solo di immagini algide e vincenti. Disabile un poveretto. Disabile l’orrore. Disabile lo sconcerto.
 
Meglio toglierlo di mezzo. Far finta che non esista. Dargli meno del possibile. Renderlo ancor più vittima. Negargli vita e rispetto.
 
Questa è la realtà palese. Drammatica. Assurda. Tangibile.
 
Se si pensasse che disabili si nasce, ma si può anche divenire, forse si affronterebbe il tema in maniera diversa. Oppure, l’unico motivo “plausibile” è che l’umanità nella sua globalità, non interessa a nessuno di coloro posti in una posizione di gestione della stessa comunità che li ha eletti?
 
Disabile è sgomento. E dovrebbe far scaturire un maggior interesse rispetto al resto dei cittadini. Dare di più a chi più necessita. Ma non fa parte del codice umano. Se più necessiti meno vali. Se meno vali meno si ritiene dover dare. E’ la dura legge del mercato umano. Che uccide i propri simili se non rappresentano in pieno lo status di vincente.
 
Un esercito di persone muore di disinteresse. Viene lasciato languire in un angolo buio della comunità. Disperato. Annullato. Oscurato. Orpello da tenere in un angolo, pronto ad esser rivalutato quando c’è convenienza. Per poi esser riposto a calci nel dimenticatoio.
 
Una società che opera in questo senso, ha perso in origine. E’ fallimentare. Fallace.
 
Un giorno forse, tutti lo capiremo.
 
 
 
 

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