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Dieci pericolosi sovversivi

A partire da oggi, ne sono certo, se fosse viva Agata Christie scriverebbe una nuova versione di “Dieci piccoli indiani” intitolandola “Dieci pericolosi sovversivi”. Il dipanarsi della loro eliminazione sarebbe poi bello, in una originale collaborazione con la grande scrittrice, lasciarlo scrivere al presidente del consiglio.

 

I dieci pericolosi sovversivi, come avrete già capito, sono i nove giudici della consulta che hanno osato bocciare il “Lodo Alfano” e quel gran signore del Presidente della Repubblica che più che Giorgio dovrebbe chiamarsi, per la sua pazienza, Giobbe Napolitano.

Eppure nonostante l’evidente incostituzionalità del “Lodo” e malgrado la sequela di offese che il premier, mentendo ancora una volta, ha vomitato all’indirizzo del Presidente della Repubblica, della consulta, della magistratura in genere, dell’opposizione, dei giornalisti, di tutti quelli insomma che non la pensano come lui, esiste ancora un enorme numero di suoi collaboratori che non si decide a mollarlo. I più accaniti difensori di una persona e di un modo di operare che sono obiettivamente indifendibili sono naturalmente quelli che senza di lui non esisterebbero: parlo di quella pletora di giornalisti senza scrupoli che latrano ogni giorno le loro sciocchezze dalle pagine dei quotidiani e dei telegiornali e che sono direttamente asserviti al potere del despota ai quali aggiungerei il nutrito numero di “socialistoidi di destra” che perduto l’appoggio del latitante Craxi hanno attaccato i loro deretani alle poltrone offerte, in cambio di atti di totale sottomissione, dal re delle televisioni. Evidentemente costoro subiscono una fatale attrazione per chiunque abbia il vizio di mettersi al di sopra di quelle leggi che spesso essi stessi scrivono e che ogni giorno mandano in galera le centinaia di cittadini comuni che le infrangono.

“Ma Berlusconi ha l’appoggio del 67% del popolo italiano (sarà vero?), ha vinto le elezioni con un margine schiacciante, cosa mai volete da lui?” dicono i suoi sostenitori.

Benissimo, il popolo con il suo voto decide se Berlusconi deve governare o meno, ma se egli è o non è un delinquente, se ha corrotto giudici e avvocati per alterare l’esito di sentenze che lo riguardavano, lo decidono i tribunali. Così si fa in tutti i paesi democratici e tutti gli italiani, anche quelli che lo votano, dovrebbero desiderare di sapere se votano per una persona onesta.

Ma perché questi signori non sono interessati a sapere una cosa così importante?

La verità è che l’Italia è un paese marcio.

So bene che un politico non potrà mai dire quello che sto per scrivere poiché si alienerebbe un’infinità di voti, ma io che non ho questo problema, sostengo che almeno i due terzi di quelli che votano per Berlusconi è gente che guarda a lui con ammirazione e vorrebbe imitarne le marachelle. Sperano costoro, sotto il suo governo, di evadere un pochino, ma solo un pochino o forse desiderano costruirsi impunemente una casetta, ma che dico: una casettuccia in un posto proibito, magari fronte mare, oppure hanno necessità di riportare in Italia, pagando solo il 5%, qualche milioncino che distrattamente è finito all’estero, o più semplicemente è gente che si accontenta di vendere merce senza rilasciare tikets e infine potrebbe trattarsi di qualcuno di quegli artigiani che, nemmeno se gliela strappi con le tenaglie, ti rilasciano la ricevuta fiscale.

Il rimanente terzo è costituito da gente che in buona fede, ma col cervello infarcito di fandonie e inutili amenità raccontate in maniera talvolta scoperta o tra le righe occulte di programmi come Amici, La vita in diretta, Il grande fratello, l’Isola dei famosi, Italia sul due, Porta a porta, TG4, TG5, TG1, TG2 vede in lui un punto di riferimento ed è convinta che egli sia veramente un buon “papi” di famiglia.

A tutti questi signori che ho appena descritto faccio i miei complimenti. Sono sicuro che, come accadde con Mussolini, lo stesso giorno in cui il sultano perderà il suo potere, molti di loro si affanneranno a dirci di essere stati sempre anti-berlusconiani.
Che bel paese!

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