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 Home page > Attualità > Scienza e Tecnologia > Desertec. Energia dal sole o nuova colonizzazione

Desertec. Energia dal sole o nuova colonizzazione

E’ ormai pronto un avveniristico progetto ecologico, che si propone di trasformare l’energia solare in energia elettrica. L’impianto, a regime, avrà l’ambizione di coprire circa il 15% del fabbisogno europeo di energia elettrica. La tecnologia consente, grazie all’uso di speciali lenti e specchi, a questi pannelli il riscaldamento dell’acqua fino agli 800 gradi trasformandola in vapore. Ottenuto il vapore entrerà in funzione una speciale turbina che trasformerà di fatto l’energia solare in energia elettrica
promettendoci a regime una produzione di circa 100GW.


Fa rabbia pensare che tale sistema è stato inventato da un italiano, il premio Nobel Rubbia, che ormai da anni ha trovato esilio culturale all’estero per la realizzazione dei suoi progetti. Il Desertec è un consorzio di imprese francesi e tedesche, che costruirà un mega impianto nel deserto del Sahara, mettendo in evidenza la cronica mancanza di energia dell’Europa, con l’Africa scorciatoia dei suoi problemi strutturali. Noi ci dobbiamo chiedere se l’Africa verrà veramente coinvolta o per l’ennesima volta non si tratta di un tentativo di colonialismo europeo. Anche dal punto di vista ambientale numerose sono le domande che ci poniamo.Questo impianto per funzionare avrebbe bisogno di tanta acqua per consentire il funzionamento degli impianti di raffreddamento del circuito.

Notoriamente l’acqua non si trova in grandi quantità nel Sahara, quindi per sopperire ad una simile mancanza si dovrebbero costruire numerosi pozzi oppure un grande dissalatore. Da parte nostra giudicare un simile progetto è sempre difficile, l’unica cosa che noi dobbiamo pretendere è la reale partecipazione dei popoli africani, che mai come in questo caso parlando di deserto potrebbero essere attratti da facili miraggi. Bisogna pretendere una nuova economia cooperativa sia nella progettazione che nello sviluppo, ponendo l’uomo al centro di un nuovo sistema produttivo.

Commenti all'articolo

  • Di Renzo Riva (---.---.---.190) 30 ottobre 2009 18:27

    Luca! La Germania cerca una forma surrettizia di neocolonialismo per creare un avamposto in Africa.
    Al pari dell’Italia con la collaborazione Gheddafi-Berlusconi.
    Che fine faranno gli specchi col ghibli? Solo questo dovrebbe farti capire l’inconsistenza della proposta ovvero cibo per gonzi che vogliono assolutamente accreditare le energie rinnovabili.
    Poi la mazzata finale arriva dal seguente collegamento
    http://www.opinione.it/articolo.php?arg=&art=72562 
    dove l’ing. termomeccanico Prinzi ha proposto dei quesiti tecnici a cui tutt’oggi nessuno dello staff della centrale solare di Priolo ha mai risposto.
    A proposito che fine ha fatto il programma di Rubbia in Spagna? Nessuno più ne parla.

    Mandi,
    Renzo Riva
    [email protected]
    349.3464656

    Solar One 10 MWe Central Receiver Power Plant a Daggett California

    Mandi
    • Di Debris (---.---.---.42) 31 ottobre 2009 07:15

       Mi sembra che in Italia NON si parli di Scienza e di sue applicazioni da nessuna parte...Salvo nella Comunarda Repubblica! E su Rai 3 ?? Del giacimento di energia geotermica - sfruttabile al largo della Sicilia,sotto la costa palermitana...sentì parlare una sola volta,e per caso...su Rai 1 ( Incredibile) Non si discute mai di quel che accade all’estero.

      Secondo,il Ghibli - oh terrore! -soffia anche sulla costa ?? - No per saperlo perchè ho visto le mappe dei tedeschi...non è che gli impianti stiano tutti e ciascuno nel bel mezzo del deserto!!
      Inoltre dati i soldi che porta - davvero - si possono operare misure di prevenzione...
      La vera obiezione sarebbe sul trasporto dell’energia e la dispersione invece,ma anche li l’energia generata è enorme!!
      Quel che mi stupisce...dell’articolo...siamo sicuri che il progetto sia "Pronto" ?? Io sapevo che gli accordi erano firmati a luglio..
       http://www.unonotizie.it/6181-proge...
      Da notare che esisterebbe anche una versione avanzata - con Pale Eoliche ed sistemi che traggono energia dalle maree - ed da ricordare come tutti questi progetti vanno integrati all’avanzato sistema di Grid Electric in corso di realizzazione nel mondo da diversi anni...

       PATRIZIA FELETIG ha scritto un articolo per Affari e finanza di Repubblica settimane fà ne traggo un pezzo....
       
      Le smart grid costituiscono il salto tecnologico strategico per realizzare una nuova governance della filiera dell’elettricità in un’ottica di risparmio e affidabilità. Con le smart grid si superano gli ostacoli alla diffusione dei piccoli impianti a fonti rinnovabili (eolici, fotovoltaici, biomasse) accusati di scarsa affidabilità per la loro scarsa potenza ma anche per la loro discontinuità produttiva che dipende da fattori meteo. Questi impianti, è l’accusa, sottopongano la rete elettrica a elevati livelli di stress a causa degli sbalzi di tensione e frequenza. E proprio questi problemi ora saranno superati.
      Le nuove reti aggirano le rigidità strutturali delle reti tradizionali pensate per trasportare passivamente kilowattora da grandi centrali allacciate in alta tensione agli utenti finali. La chiave di volta è che queste reti "intelligenti" permettono di assorbire e compensare i flussi di energia generata da qualsiasi punto venga prodotta e trasferirla (su scala nazionale, continentale e anche oltre) in altre aree.
      Il concetto di smart grid non è nuovo ma l’ingente impegno finanziario, nonché una lunga serie di residue regolamentazioni nazionali e di incertezze legislative ne hanno finora ritardato l’applicazione. Lo scenario sta cambiando. Diversi governi, sotto la pressione dei target di efficienza energetica e incoraggiati dall’idea di riavviare l’economia con investimenti in tecnologie cruciali per il futuro del pianeta, varano dei progetti in questo ambito. Nel piano di incentivi economici dell’amministrazione Obama vengono destinati a questo fine 4 miliardi di dollari. In Euripa c’è il piano Address, un progetto di 1,2 miliardi di euro cofinanziato dall’Ue che vede impegnato un consorzio di 25 tra aziende, centri di ricerca e università con Enel come capofila. Proprio all’Italia è stato assegnato, durante i lavori del G8 dell’Aquila, il compito di stilare l’agenda per un piano di implementazione di reti intelligenti in Europa e presentarne i risultati al prossimo vertice Onu sul clima a fine anno a Copenhagen.


       Anche Australia, Canada e India si muovono e la Cina ha in programma la riconversione della sua rete entro il quinquennio. Secondo Livio Gallo, direttore della divisione Infrastrutture e Reti dell’Enel, tra 20 anni la torta del business legato alle smart grid varrà 110 miliardi di euro da spartire tra gestori, costruttori e progettisti.
      Il beneficio più immediato sarà la riduzione degli sprechi e dei blackout. Oggi per cause tecniche e furti la rete disperde il 10% della potenza trasmessa e distribuita nei paesi occidentali, quota che sale fino al 50% nelle megalopoli dei paesi emergenti. I consulenti del Brattle Group monetizzano in 227 miliardi di dollari l’impatto economico delle reti intelligenti per il mercato statunitense nei prossimi 40 anni.


      Un video in Inglese

       http://www.youtube.com/watch?v=e0P8...

      Buona giornata.

      P.s. E’ una forma di nuova colonizzazione,in parte si,in parte si.
       

    • Di Renzo Riva (---.---.---.190) 31 ottobre 2009 19:53

      Poi la mazzata finale arriva dal seguente collegamento
      http://www.opinione.it/articolo.php?arg=&art=72562 
      dove l’ing. termomeccanico Prinzi ha proposto dei quesiti tecnici a cui tutt’oggi nessuno dello staff della centrale solare di Priolo ha mai risposto.
      A proposito che fine ha fatto il programma di Rubbia in Spagna? Nessuno più ne parla!?

      Mandi,
      Renzo Riva
      [email protected]
      349.3464656

  • Di (---.---.---.50) 6 novembre 2009 13:00

     gli impianti termodinamici non hanno bisogno di molta acqua e sicuramente non hanno bisogno di raffreddarsi, visto che servono a produrre calore con il quale scaldare una soluzione liquida che produce energia e poi torna in circolo

    questo articolo è ridicolo e fa di un investimento epocale ed enorme una buffonata, un pessimo servizio all’informazione

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