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Covoiturage: viaggiare in compagnia e spendere meno. Una pratica sempre più diffusa in Francia

L’appuntamento è alle 16.30 alla stazione di Massy-Palaiseau, nella banlieue parigina. Siamo in quattro ad attendere Marc, il proprietario della vettura che ci porterà a Nantes.
 

Per me è la prima esperienza con il covoiturage, pratica oggi diffusa in diversi paesi dell’Europa Occidentale, nonché in Canada e negli Stati Uniti. Il concetto è semplice: una persona, in possesso di un’automobile, propone, con un annuncio su internet, un tragitto che dovrà percorrere un determinato giorno ad una determinata ora.

Le persone interessate prenderanno contatto direttamente con lui per telefono o via posta elettronica. Questo permetterà al proprietario della vettura di ammortizzare le spese relative al carburante ed al pedaggio autostradale. Sarà lui, infatti, a stabilire un forfait che le persone a bordo dovranno pagare alla fine del viaggio.

Per farvi un esempio, per andare da Parigi a Nantes con il metodo del covoiturage i prezzi variano dai 20 ai 30 euro a tratta, per 4 ore di viaggio e 380 km di autostrada (33 euro il costo del pedaggio). Dunque il risparmio ci sarà anche per i passeggeri, che solitamente scelgono questa soluzione a causa del costo eccessivo dei biglietti delle SNCF, le ferrovie francesi.

Sempre restando sulla tratta Parigi-Nantes, si può calcolare che in media un biglietto andata/ritorno in treno costa intorno ai 100 euro, centesimo più, centesimo meno (a meno che non prenotiate i biglietti con tre mesi d’anticipo). In covoiturage la spesa per lo stesso tragitto si aggira intorno ai 50 euro. I conti sono presto fatti: un risparmio netto di circa 50 euro.

Certo, il treno offre alcune comodità indiscutibili, come un risparmio di tempo pari al 100%. Ma in periodi difficili come quello attuale si rinuncia volentieri a qualche capriccio, e si opta senza indugiare troppo per la soluzione più economica.

Un universo in movimento

Non c’è un profilo standard del viaggiatore da covoiturage, ma ci sono piuttosto alcune categorie di persone che tendono più di altre ad utilizzare questo sistema di viaggio: studenti universitari, dottorandi, stagiaires (un esercito in Francia), e ovviamente lavoratori pendolari.

Si può dire che il covoiturage è un crocevia di storie personali, molto diverse tra loro. Marc ad esempio ha 40 anni ed è nato a Parigi. E’ tecnico informatico, sposato, con due figli. Viaggia due volte alla settimana da Nantes, perché preferiva educare i suoi bambini in una città più tranquilla. Fa covoiturage da circa un anno. Fanny invece ha iniziato 9 anni fa, quasi un record. Anche lei viaggia due volte alla settimana, ed ha spesso dei compagni di viaggio di fiducia. Fa la veterinaria, “e non capisco niente di politica”, mi dice, spaventata dal fatto che mi sia presentato come giornalista. Ha 29 anni. Poi c’è Thibault, studente impegnato nel sociale, appassionato di bici e innamorato della Barbagia, stranezze del caso. E Walid, timido ingegnere algerino, che loda gli antichi fasti della sua città d’origine, Costantina, in preda ad un momento di nostalgia.

Insomma, un universo multicolore e cosmopolita quello del covoiturage, che permette a chi ne usufruisce di poter trovare in esso anche un’importante dimensione sociale.

Qualche consiglio: spesso per precauzione è meglio prepararsi i vari discorsi con anticipo. Le persone al volante non amano i silenzi lunghi. La Crisi è il soggetto che va di gran lunga per la maggiore.

Come accedere al covoiturage

Accedere a questo strano pianeta è molto semplice: basta andare in internet su un qualsiasi motore di ricerca e digitare la parola magica. Covoiturage appunto. Si aprirà davanti a voi una sterminata lista di siti. Quelli francesi ad oggi sono circa un’ottantina, e sono aumentati vertiginosamente negli ultimi due anni. Il più conosciuto è www.covoiturage.fr.

Il sistema è estremamente pratico: si sceglie un tragitto e si valutano tutti gli annunci presenti nella bacheca. Una volta individuato quello che fa per voi basta mandare un messaggio scritto alla persona desiderata, che vi risponderà o via mail o per telefono. Chiaramente, nel caso vogliate inserire voi stessi un annuncio la procedura è molto semplice, il sito internet vi assisterà lungo tutta l’operazione. C’è solo una condizione fondamentale: bisogna creare il proprio profilo, dunque iscriversi al sito stesso. Operazione abbastanza rapida e indolore.

In Italia non funziona

In Francia il covoiturage è un sistema sempre più diffuso, grazie anche al notevole contributo dato dalle nuove tecnologie, vedi internet. Precursore di questa pratica è stato il dipartimento del Morbihan, in Bretagna, con la creazione di alcune aree di sosta apposite per il covoiturage, ovvero aree dove i vari passeggeri e i relativi autisti si ritrovano per iniziare il viaggio insieme.

In Italia lo stesso metodo stenta a decollare, non riesce a fare presa. Probabilmente una delle ragioni va ricercata nel costo del biglietto del treno, assai meno caro da noi, mettendo da parte l’analisi sulla qualità del servizio offerto dalle Ferrovie. Ma non si tratta sicuramente della sola ragione.

In internet esiste praticamente un solo sito italiano, www.roadsharing.com/it, e non esiste la traduzione in italiano del concetto di covoiturage. Meglio allora utilizzare la definizione inglese roadsharing, appunto. Forse ci farà sembrare più cosmopoliti, o forse più pigri. Chi lo sa.

La dimensione ecologica

Per concludere va detto che oltre che un modo per ridurre i costi, il covoiturage rappresenta anche una scelta ecologica. Perché si va diffondendo in Francia anche un altro tipo di covoiturage: ovvero quello che coinvolge persone che lavorano nella stessa impresa o nella stessa zona e che decidono di dividere il viaggio con i loro colleghi o dirimpettai, cercando di riempire tutti i posti disponibili nella vettura e alternandosi alla guida. Un giorno uno, un giorno l’altro. Una pratica che molte imprese transalpine hanno iniziato ad incentivare. 

Questa scelta permette a lungo termine una notevole riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, oltre ad una diminuzione dell’inquinamento acustico. Anche il rischio di incidenti sarà statisticamente ridotto, in quanto il numero di automobili lungo la strada sarà notevolmente minore. ]—>

E allora che dire? Non ci resta che testarlo. Magari iniziando col dargli una definizione in italiano.

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