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Concorsi truccati e spionaggio. Affari politici

Un reato grave, gravissimo contro il patrimonio dello Stato.

 

Un concorso truccato, sporco spionaggio con tanto di investigatore privato pagato con ben 72 mila euro per pedinare politici con falsificazione di atti giudiziari. Reato gravissimo.

Uno dei pedinati è l’ex assessore regionale alla Sanità, Alberto Tedesco, oggi senatore del Pd.

Questo è l’ultimo tassello dell’inchiesta partita con Tarantini e le sue escort, finita ad intrecciarsi con la sanità pugliese e con Cosentino e le sue telefonate con la camorra. Quelle telefonate non raccontano fatti privati, non affrontano questioni personali. Ma vanno calate in un contesto, riportate in uno scenario storico, in uno spaccato politico e affaristico. Quelle telefonate, ce ne sono 46 (24 con Valente, 22 equamente divise per i due Orsi), non sono prive di rilevanza, ma possibili «conferme dirette» nel corso del procedimento a carico del sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino. È la convinzione che ha spinto il gip Raffaele Piccirillo a chiedere alla Camera il via libera per la loro utilizzazione. S’indaga per concorso esterno in associazione camorristica

Oggi è il turno di Lea Cosentino, «lady Asl», 41 anni, manager dimissionaria della sanità barese, agli arresti domiciliari per falso e peculato. Talmente preoccupata delle indagini da ingaggiare Antonio Coscia, investigatore abusivo, per chiedergli di bonificare alcuni uffici dell’Asl nei quali la Cosentino sospettava la presenza di «cimici», piazzate dalla procura. Lea Cosentino come la Leonardo moglie di Mastella amava fare pressioni e manovrare assunzioni e poltrone, infatti, lady Asl avrebbe anche fatto pressione sulla commissione nominata per assegnare l’incarico quinquennale di direttore medico della struttura complessa di Allergologia e Immunologia Clinica presso l’ospedale di Altamura.

Incarico affidato a Eustachio Nettis contro il quale, un’altra candidata, Mariateresa Ventura, ha fatto ricorso al giudice del lavoro. Da quella denuncia è partita l’inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari 5 persone: con Cosentino e Coscia sono stati raggiunti dal provvedimento Leonardo Digirolamo, responsabile dell’area legale dell’Asl barese; Giuseppe Lonardelli, direttore sanitario del Policlinico di Bari, membro della commissione d’esame; Eustachio Nettis, il vincitore del concorso.
Obbligo di dimora invece per gli altri due componenti della commissione (Stefano Pucci, direttore dell’Unità di Allergologia all’ospedale di Civitanova Marche, e Agostino Cirillo, direttore di Allergologia all’ospedale di Caserta), per Vito Mastrangelo, coordinatore dell’ufficio concorsi dell’Asl di Altamura, e per Antonio Colella, dirigente dell’Asl attualmente irreperibile che avrebbe utilizzato una delibera illegittima per pagare un conto di 72 mila euro all’investigatore abusivo.

Per il gip Giulia Romanazzi la manager Cosentino appartiene «a una rete politico-affaristica tuttora perdurante» e ciò «indubbiamente depone in senso sfavorevole in merito alla sua attuale pericolosità». Numerose intercettazioni trascritte a provare le accuse e i reati commessi nel tentativo di modificare l’esito del concorso per l’ospedale di Altamura, dal quale è partita l’inchiesta. Tra i politici coinvolti - ma non indagati - ci sono l’ex assessore alla sanità Alberto Tedesco, l’assessore comunale barese Ludovico Abbaticchio, ginecologo che all’epoca dei fatti (2006) aveva la delega all’Urbanistica, l’assessore regionale ai Trasporti Mario Loizzo e Antonello Natalicchio, sindaco di Giovinazzo, comune alle porte di Bari. Sono tutti esponenti del Pd.

L’orrore diventa normalità accettabile, casistica della vita, modus operandi.

Ieri si piangeva di rabbia e di indignazione davanti all’assassinio politico di Moro e davanti alle bombe e alle mitragliatrici, si è pianto e urlato fino alle stragi di Falcone e Borsellino, per esaurire lacrime e rabbia sul sacrato di Mani Pulite. A quel tempo gli italiani partecipavano attivamente alla vita sociale e politica del Paese. Poi il crollo. Troppi scandali ad oscurare il sole.

Gli scandali politici a cavallo della prima e seconda Repubblica hanno indotto, illogicamente, un fuggi, fuggi di uomini e donne e cervelli dagli ambiti nevralgici della Nazione. Le mafie invece hanno resistito e sono sopravvissute e restano salde al potere politico italiano e ora europeo.

Gli scandali non sono più scandali, i reati son stati modificati fino a diventare un ’’il fine giustifica i mezzi ’’.

Solo pochi anni fa un uomo, Bettino Craxi si dimetteva, accusato di tangenti e finanziamenti occulti al suo partito.

Ieri un uomo, forse obbligato più dal suo orgoglio e fierezza, dai suoi velati sensi di colpa, dalla sua impossibilità di accettare sé stesso alla ribalta delle cronache giudiziarie, per lui onta insopportabile, si dimetteva e si costringeva ad un esilio che sapeva, ed era, una latitanza.

"Non credo che ci sia nessuno in quest’aula, responsabile politico di organizzazioni importanti che possa alzarsi e pronunciare un giuramento in senso contrario a quanto affermo: presto o tardi i fatti si incaricherebbero di dichiararlo spergiuro" (Atti parlamentari, Camera dei deputati, XI legislatura, resoconti stenografici, Assemblea, 3 luglio 1992.)

Ma davvero Craxi credette anche solo per un minuto che gli sarebbe bastato appellarsi alla classe politica di allora per vedersi assolto e difeso e dichiarato uno dei tanti nell’oscuro gioco delle tangenti e finanziamenti illeciti ai partiti?

«Rivisto oggi, non c’è dubbio che ci fu un silenzio assolutamente reticente e ambiguo da parte di tutta la classe politica davanti al discorso che Craxi fece alla Camera e nel quale disse con parole crude che il problema del finanziamento illegale non riguardava soltanto il Psi ma l’intero sistema politico italiano». Va bene, Craxi sbagliò, però, anche se decise di non concedersi alla giustizia italiana lui pagò. Non dimentichiamoci che abbiamo continuato a puntare il dito su di un uomo che scoperto ebbe il coraggio di farsi fuori e abbiamo lasciato libera la mafia politica e i suoi esponenti, di spartirsi a nostre spese, l’Italia.

Finanziamenti occulti ai partiti, tangenti, scandali politici, spartizione e appropriazione illecita del demanio, spionaggio, corruzione e reati vari. Un uomo per molto meno venne crocifisso, a distanza di pochi anni abbiamo perso il senso completo delle parole Stato e Giustizia. Solo un uomo pagò.

Tutti gli altri sono ancora là con la nostra clemenza.

Ego te absolvo Bettino Craxi.

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