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Con i Social Network sarà tutto più semplice. Tranne socializzare

Allora, più o meno la storia va sempre così: Lo incontri o la incontri dopo una vita, dieci o quindici anni.

Due o tre mesi di vacanze assieme, da giugno ad agosto. Tre o cinque anni di scuola, qualche volta nello stesso banco. Cinque o dieci anni nello stesso quartiere, stesso palazzo. "Ciao, come stai??? Mamma mia, da quanto tempo!". "Hai ragione anche a me fa tanto piacere rivederti!". "Ehi ma ce l’hai Facebook? Aggiungimi, così non ci perdiamo di vista!!!".

Lo saluti o la saluti, ma in realtà già sai che l’hai perso o l’hai persa di vista. Perchè quei due o tre mesi di vacanze, quei tre o cinque anni di scuola, quei cinque o dieci anni nello stesso palazzo, in fondo sono passati, il tempo li ha bruciati, e si sa che gli amici che si bruciano nel tempo, in fondo non sono amici. Erano compagni. O conoscenti. O solo persone con le quali hai condiviso un’estate, una classe o un pianerottolo.

Ma tant’è che vai a casa, accendi il pc e l’aggiungi tra i tuoi contatti. E’ una prassi. Aspetti che accetti la richiesta. E l’accetta. Butti un’occhiata sul suo profilo, vedi un paio di foto, leggi un paio di note.

"Eccolo (o Eccola)!" Ora è lì, è in linea, ha il pallino verde, è in chat!"

Ed inesorabilmente, ed inequivocabilmente? Non lo caghi. O Non la caghi. Né lo fa lui, o lei.

Quei due o tre mesi, quei tre o cinque anni, quei cinque o dieci anni, sono lì. Hanno un pallino verde. Non sono ad un passo, sono ad un click.

Ma sembra non essere successo niente. Al massimo potreste scambiarvi un "Ehi, eccoti! Ma hai anche Msn o Skype?".

Così, per dimostrare un po’ di entusiasmo, più per il potere della tecnologia, che per il piacere di rincontrare un vecchia o una vecchia collega di vita.

E sarà anche tra i tuoi contatti Msn o Skype. In linea. Né "occupato", né "Non al computer". Proprio "In linea". In linea nella tua chat, ma non con i tuoi pensieri.


Non voglio essere di nuovo volgare, ma gli riservi lo stesso trattamento di quando l’hai beccato su Facebook. O peggio. Lo blocchi o la blocchi. Tanto che ne sa.

Ed intanto cosa succede. Te ne accorgi un giorno sì e cento no. I tuoi contatti aumentano freneticamente. Dieci, cinquanta, cento, cinquecento. Non contatti. Ma amici. Anzi persone con le quali hai condiviso due o tre mesi di vacanze, tre o cinque anni di scuola, cinque o dieci anni nello stesso palazzo.

E sono quelli, proprio quei giorni. Quei giorni, uno su cento, che capisci che gli amici non sono click. Sono amici. E basta. Che non temono tecnologia. Non temono impetuosi stati in linea, non occupati o non al computer.

Semplicemente, gli amici. Quelli che hai mandato a ’fanculo ieri, ma con i quali ci uscirai tranquillamente oggi o domani. Quelli che non hai su facebook, non hai su msn, non hai su skype. E non hai addirittura il loro numero in rubrica sul cellulare. Perché lo conosci a memoria.

"Facebook ti aiuta a connetterti e rimanere in contatto con le persone della tua vita."

Si Ok, forse sono d’accordo.

Ma se il 70% delle persone che abbiamo su Facebook le ignoriamo, i fatti sono due: o abbiamo conosciuto tutti, nella vita, solo persone di merda, o semplicemente Facebook ci aiuta solo ed esclusivamente a connetterci ed a rimanere in contatto con le persone della nostra vita, quelle con le quali abbiamo condiviso due o tre mesi di vacanze, tre o cinque anni di scuola, cinque o dieci anni nello stesso palazzo. Ma poi basta.

E proprio quando ignoro queste persone che ci penso. A questa Sindrome Internet Addiction Disorder.

Social Network? Si Ok, sono dei mezzi di comunicazione stupendi. Ma per socializzare scordateveli. Sono l’apologia dell’associalità. Serve altro.

Abbiamo una sola vita, ed una sola realtà per socializzare. Le Second Life lasciamole a chi non desidera vivere. Vivremo, ma senza fantasia.

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