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Ci svincoleremo in tempo dai combustibili fossili?

 

La prima rivoluzione industriale ci ha donato la macchina a vapore con le sue innumerevoli applicazioni e ci ha introdotto nell’era dei combustibili fossili. Dal solo carbone si è poi passati all’impiego del petrolio con la seconda rivoluzione industriale e il motore a combustione interna.

I combustibili fossili, accumulatisi in milioni di anni, e custoditi nel sottosuolo sono essenzialmente il carbone, il gas naturale, il petrolio e gli altri idrocarburi.  

Oggi la dipendenza dal petrolio e i suoi derivati in campo energetico e chimico è indiscussa, come indiscussa è la dipendenza dal carbone. USA e CINA producono la maggior parte dell’energia elettrica di cui necessitano, mediante centrali a carbone, che rappresentano la prima fonte d’inquinamento atmosferico.

I combustibili fossili hanno due aspetti negativi: il primo è che sono una fonte energetica non rinnovabile ovvero si sta consumando ed esaurendo a ritmi frenetici ciò che si è accumulato in milioni di anni; il secondo è che sono per loro natura inquinanti. Realisticamente dovremmo aver utilizzato almeno metà dei combustibili fossili presenti sulla Terra.

Dato che tutti i combustibili fossili rappresentano una quantità finita non rinnovabile sono estremamente preziosi, proprio per tale motivo controllare la loro estrazione, trasformazione e distribuzione significa controllare il sistema economico mondiale. Soprattutto per questo il passaggio a fonti energetiche rinnovabili è profondamente osteggiato.

Poniamo il caso che un’azienda X decida d’investire massicciamente sulla produzione di pannelli fotovoltaici ad alta efficienza e trovi il modo di produrli e commercializzarli a un prezzo ragionevole, diciamo 1000 € per un pannello da 1 Kw/h. Una qualsiasi famiglia potrebbe dotarsi, con una spesa contenuta, di un impianto fotovoltaico da 5 Kw/h, capace di garantire anche il riscaldamento mediante climatizzatori. Poniamo che un’altra azienda immetta sul mercato utilitarie completamente elettriche con un’autonomia a piena carica di 500 Km ad un costo di 10000 €. In tal modo una qualsiasi famiglia potrebbe eliminare la componente energia in maniera definitiva dalle spese mensili con un investimento di appena 15000 €. I pannelli fotovoltaici sarebbero più che sufficienti a provvedere al consumo energetico complessivo di una qualsivoglia famiglia. 



Una tale soluzione porterebbe ad un  risparmio annuo per famiglia di circa 10000€, che è la spesa complessiva media in benzina, elettricità e metano di una famiglia di quattro persone. 

Bene chi ci rimetterebbe in un tale scenario? Proprio coloro che controllano il sistema degli idrocarburi. I paesi esportatori, le multinazionali che estraggono e trasformano i combustibili fossili e infine i governi stessi che ricavano cospicui introiti dalla tassazione sulla vendita dei combustibili. In sostanza nessuno di costoro ha un interesse reale a incentivare l’impiego di energie rinnovabili. Il sole è una fonte energetica straordinaria, praticamente infinita, enorme e gratuita.

Purtroppo è proprio quest’ultimo fattore che ne limita fortemente l’applicazione.

Il termine energia non sembra accordarsi bene con il termine gratuito, almeno nelle orecchie di chi ottiene ricavi impressionanti dai combustibili fossili. È evidente che la questione inquinamento sia del tutto irrilevante per chi detiene il controllo del sistema energia e che l’unico obiettivo delle grandi multinazionali dell’energia sia preservare lo status quo.

C’è anche un altro aspetto che preoccupa il mondo Occidentale, ovvero fintanto che l’energia sarà prodotta mediante idrocarburi o al più mediante centrali nucleari l’Occidente potrà continuare a mantenere il predominio sul mondo, ma qualora il sole dovesse divenire veramente una risorsa, o meglio la principale forma di approvvigionamento energetico, quali aree del pianeta si verrebbero a trovare fortemente avvantaggiate da questo mutamento di prospettiva?  

Commenti all'articolo

  • Di Fabiano (---.---.---.200) 15 maggio 2009 15:52

    Franceso ,guarda questo link, in bene e in male risponde al tuo articolo.
    http://www.newteon.com/www2/en/Vehi...

    L’azienda che "modifica" la 500 è la Micro Vett di Imola.
    Questa macchina esiste, la facciamo in Italia, dove lo stato (NOI) spende cifre da inchiesta per gli incentivi alle auto ecologiche.
    Se fosse prodotta dalla casa oltre a risollevare il mercato dell’auto dalla crisi, costerebbe sicuramente meno di 38000 euro + tasse, invece la facciamo trasformare ad una azienda poco più che a conduzione familiare con strutture ed economie di scala assolutamente non all’altezza di affrontare una produzione che accontenti un mercato di massa.
    Poi la facciamo vendere in Francia.
    In Italia no. Anzi non parliamone neppure.



  • Di Francesco Rossolini (---.---.---.103) 15 maggio 2009 16:15

     Non sapevo esistesse questa trasformazione.
    Certo che se fosse prodotta su larga scala il costo calerebbe di molto. 
    Purtroppo ho sentore che continueremo a girare a "petrolio" fino all’estrazione dell’ultima goccia dal sottosuolo...

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.90) 16 maggio 2009 14:53

    Ci dimentichiamo troppo spesso che in europa la tassazione indiretta sugli idrocarburi è fonte basilare dei bilanci pubblici e in Italia anche della prima azienda datrice di lavoro: i diversi partiti politici danno lavoro, alle varie famiglie allargate e agli amici degli amici.... dovi li andrebbero a prendere tutti quei soldi per far mangiare tutta quella gente con poca fatica?

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