• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > Carcerci: Ministri che più di politica biascicano di populismo

Carcerci: Ministri che più di politica biascicano di populismo

Il tutto è incominciato con la campagna d’estate promossa dai radicali e la "visita" delle carceri da parte dei parlamentari. Tutti insieme e tutti appassionatamente.

Anche allora ci fu un coro unanime sia dalla costola di sinistra sia dal centro della destra che stigmatizzava le condizioni delle carceri, che queste erano sovra-affollate, e della vita inumana a cui erano sottoposti i carcerati. Ci fu persino qualcuno che, prese tanto a cuore la questione, che senza aver visitato un solo carcere parlò delle condizioni dei bimbi che vivevano affianco alle mamme carcerate. Mammismo alla spicciola e scampoli di femminismo de nojaltri.

"Passato il santo, passata la festa".

Poi ci furono le prime proteste dei carcerati, i primi malumori diciamo un po’ "animati" da parte dei carcerati. Il nostro ministro della guerra era già pronto a mandare la Folgore e i Lince corazzati, con torretta rinforzata fatte apposta per alzare il baricentro e far ribaltare facilmente l’autoblindo. Ma fu indotto a più miti consigli.

Ma la soluzione era semplice e a portata di mano. Cosa pensa il cittadino medio di fronte ad un problema di sovraffollamento? Quando si ha una casa da due stanze e ci si vive in venti a cosa si pensa?

Prendiamo una casa più grande!

E così ha pensato il nostro ministro "Lodo" Semplice: "costruiamo altre carceri". Applausi, sia da parte degli edili, sia imprenditori che operai, sia da parte degli operatori economici! Ma qualcuno gli ha fatto notare che per essere pronti le nuove carceri ci vogliono almeno dieci anni? E allora?



Allora recuperiamo le strutture del demanio e le modifichiamo a carceri! Ma, anche qui, ci vogliono più o meno gli stessi anni, e non sempre quelle costruzioni hanno condizioni di sicurezza e di protezione di cui ha bisogno un carcere. E la struttura di un moderno carcere, secondo i dettami della moderna architettura carceraria, richiede una progettualità tutta sua e articolata.

Ahhh! Ma allora sei comunista! Remi contro!

Insomma sarà come sarà il nostro "lodo" ministro ne pensa un’altra. Recuperiamo il carcere di Pianosa! E non venitemi a dire che questo non è un carcere. Non sarà moderno, ma sempre un carcere è. E li mettiamo tutti gli immigrati clandestini e non, tanto loro non hanno visita parenti. E chi se ne frega!

Ma il nostro "lodo" ministro, non aveva fatto i conti né con la Prestigiacomo, né con il Ministro Matteoli. La prima perché proprio là nelle vicinanze sorge il parco naturalistico della Toscana e Pianosa rientra nei progetti della Ministra all’Ambiente, Ministra senza che sappia cosa sia l’ecologia. "Le esigenze carcerarie non possono entrare in conflitto con quelle della tutela dell’ambiente. Ne parlerò con il Ministro" ha prontamente risposto la Ministra.

Il secondo ha li il proprio collegio elettorale e sai i casini che avrebbe dovuto gestire in una ipotesi del genere? Un "marchiano errore" lo ha definito. "Non solo riaprire il carcere di sicurezza di Pianosa, stiamo discutendo anche di riaprire il carcere dell’Asinara. L’Italia ha molte di queste strutture ed é un peccato lasciarle là: bisogna riaprirle e metterci dentro i mafiosi cattivi". Ha detto il Ministro dell’Interno, Maroni. "Il termine stesso isolare - ha spiegato il Ministro - significa mettere qualcuno su un’isola e l’Italia ha molte strutture di questo tipo. Se non deve essere l’Asinara studieremo altre soluzioni". Insomma lui si che ha le idee chiare e determinate!

Ma qualcuno ha fatto notare che non sarà immediata la riapertura del supercarcere di Pianosa: la struttura, chiusa da undici anni, è di fatto in stato di abbandono, a parte un gruppo di detenuti in semilibertà del penitenziario di Porto Azzurro che vi lavorano di giorno per garantire la funzionalità degli impianti idraulici ed elettrici. Per far tornare in funzione Pianosa serviranno diversi mesi. Nel supercarcere dovrebbero essere trasferiti circa 300 (su un totale di oltre 600) detenuti in regime di 41 bis, il cosiddetto carcere duro per i più pericolosi esponenti di criminalità organizzata e terrorismo.

I lavori di ristrutturazione saranno necessari su diversi fronti: Pianosa è sprovvista di circuiti per la videoconferenza (fino a dieci anni fa inesistente) e anche di sistemi per la videoregistrazione divenuta da pochi mesi obbligatoria durante i colloqui concessi ai 41bis. E ancora: i detenuti in regime di carcere duro, introdotto dopo le stragi di Capaci e di Via d’Amelio, all’epoca erano in celle da due o da tre, mentre attualmente vengono detenuti da soli. In altre parole prima che Pianosa possa riaprire sarà indispensabile conoscere quanti soldi, mezzi e uomini (obbligatoriamente del Gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria) verranno messi a disposizione. Ancora non è certa - infine - la tipologia di detenuti in 41 bis da trasferire: saranno concentrati sull’isola tutti gli esponenti di Cosa nostra oppure ci sarà una distribuzione tra boss di mafia, camorra e ’ndrangheta?

In ambienti del Dap sottolineano che il progetto è "ambizioso" e che si dovrà procedere sperimentando e valutando. Un’eventuale riapertura anche del penitenziario dell’Asinaria viene invece esclusa, anche perché nel frattempo l’isola è interamente divenuta di demanio della Regione Sardegna.

Insomma: parole in libertà!! La smentita da parte del Dap al Ministro non tocca per niente il nostro "lodo" ministro il quale ribadisce che si non vi era nulla di definitivo, e che quella era una ipotesi da mettere in campo in modo che si potesse innescare un dibattito sulle possibili soluzioni! E meno male che non ha esordito con un classico: " Mi hanno frainteso"!

Ma non demorde e ne ha tirato fuori un’altra: le prigioni galleggianti! Barconi che ancora non si sa dove attraccheranno "ma questo è un problema di secondaria importanza", ha commentato il "lodo" ministro.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.184) 9 novembre 2009 12:51

    Vai con la politica degli spot. Si moltiplicano le Crociate Ministeriali di Brunettiana memoria. Dai clandestini, all’influenza, alle carceri c’è sempre un substrato di paura. Nel paese del Barbiere ed il lupo il consenso è figlio della paura e la paura fa fare cose davvero strane. Ben altro dicono le Voci dentro l’eclissi di chi è stato esempio di rigore, responsabilità e impegno civile. (questo e altro => http://forum.wineuropa.it )

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares