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Bruxelles. La Bulgaria, ove la mafia è potentissima, potrebbe creare problemi alla Commissione Barroso

Il presidente in via di riconferma Josè Manuel Barroso pare intenzionato a chiedere alla Bulgaria la sostituzione di Rumina Jeleva, accusata di contiguità con la criminalità organizzata di Sofia.

Martin Shultz, capogruppo dei Socialisti e Democratici nell’emiciclo europeo di Strasburgo appare irremovibile forte anche del sostegno che, in materia, il suo raggruppamento politico ha ricevuto dai Verdi e dai Liberal-democratici: pretenderà dal riconfermato Presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso l’immediata rimozione del Commissario bulgaro alla Cooperazione ed all’Aiuto umanitario, la bionda Rumina Jeleva, in odore di connivenza con la potentissima mafia del suo paese e, forse, implicata in torbide questioni finanziarie.
 
Shultz, appoggiato dal leader ecologista, il franco- tedesco Daniel Cohn– Bendit, ha dichiarato stamattina a Bruxelles che in ogni caso la Jeleva va rimossa, non solo perché in odore di contiguità con la criminalità ma pure perché palesemente incompetente a ricoprire il ruolo cui è stata chiamata.
 
Durante l’audizione dell’altro giorno, infatti, l’ex Ministro degli Esteri di Sofia, pupilla dell’attuale Presidente bulgaro (ed ex guardia del corpo dell’ultimo dittatore comunista del suo paese) Boyko Borisov passato oggi armi e bagagli alla destra, ha collocato geograficamente la Georgia tra gli stati del Medio-oriente, suscitando l’ilarità di gran parte degli euro- deputati.
 
Barroso, che inizialmente aveva scongiurato Borisov di riconfermare nel ruolo di Commissario l’uscente Maglena Kuneva, dovette subire la designazione della Jeleva fortissimamente desiderata in quel posto dalla nuova maggioranza politica che governa a Sofia. La Jeleva è molto chiacchierata sia perché è la moglie di quel Kassimir Jelev, uomo d’affari che intratterrebbe rapporti con la mafia bulgara e con quella russa dopo aver creato sul Mar Nero, nella città di Varna, tutta una serie di società fantasma utilizzate per “ lavare” gli ingenti profitti derivanti dal traffico di droga, proveniente dalla Turchia e poi indirizzato attraverso Serbia ed Albania verso l’Italia, e di esseri umani, in maggioranza bambini e giovani ragazze dell’est, in primis romene, da destinare al mercato della prostituzione nell’Europa occidentale, sia perché risulterebbe, secondo l’eurodeputata verde olandese di origini italiane Judith Sergentini titolare di una società attualmente inattiva, la Global Consult di Sofia, che tanto odora di scatola cinese per coprire altri traffici illeciti.
 
La Jeleva ha sempre negato la sua riferibilità alla suddetta ditta tanto da non dichiararla all’Europarlamento né in questa legislatura né in quella precedente, ma il famoso quotidiano tedesco “Die Welt” l’avrebbe clamorosamente smentita.
 
Ora per evitare un voto negativo il prossimo 26 Gennaio che condannerebbe senza appello la Commissione entrante ed il suo Presidente, facendo precipitare l’Europa unita nel caos, Barroso è costretto a pretendere dal controverso Borisov un nuovo candidato bulgaro, forse l’attuale Ministro della Difesa Mladenov, già esperto in questioni umanitarie.
 
Certamente i popolari europei dovranno ora “abbassare la cresta” ed ammettere la figuraccia non essendo servite a nulla le larvate minacce, come quella di vendicarsi della Sergentini bocciando il commissario olandese o di porre in essere ritorsioni verso quello slovacco, il socialista Maros Sefcovic, accusato di dichiarazioni razziste, vere, contro i cittadini europei di etnia rom.
 
La Bulgaria, dunque, paese europeo in cui la criminalità organizzata decide ogni aspetto della vita dei suoi abitanti, né più né meno al pari di certe lande del Sud-Italia, ma dove, all’opposto che nel “Bel Paese”, le forze dell’ordine e la magistratura nulla fanno per contrastarla in quanto profondamente corrotte, si rivela come il maggior ostacolo alla formazione della nuova Commissione Barroso e sicuramente all’allargamento dell’Unione europea ai Balcani occidentali in quanto il timore di integrare altre nazioni dominate dalla Mafia suggerisce agli attuali partners dell’Unione la massima prudenza.
 
A Sofia, comunque, ora Bruxelles è chiamata ad intervenire facendo la voce grossa ed adottando drastiche misure se non vorrà che sul proprio territorio continuino ad essere uccisi, dalla criminalità organizzata, persino i giornalisti, seppur controversi, come quel Bobi Tsankov freddato nella capitale bulgara il giorno dell’Epifania, ultimo purtroppo di una serie che inizia ad allungarsi in modo preoccupante. 
 
 
 
 

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