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Annozero. L’economia in televisione

In televisione l’economia è sempre stata la bestia nera di giornalisti e programmi vari. La tematica è complessa e di difficile comprensione, blindata come un Vaso di Pandora dalle lobby di banchieri, industriali e politici. La puntata di Annozero andata ieri in onda è lo spunto ideale per qualche importante constatazione.

Tutto ruota intorno all’economia. Nessuna guerra scoppia senza un motivo economico ben preciso, che però viene spesso occultato. I meccanismi, i periodi di crescita e di crisi, le borse. La chiave per comprendere la nostra società e il futuro che ci attende è certamente nella finanza.

L’economia è quella parte del giornale che la maggior parte di noi evita. Troppo difficoltoso cercare di addentrarsi nei suoi meandri, fatti di numeri e percentuali indecifrabili, rapporti e calcoli impossibili da rendere effettivamente. Eppure è molto più semplice di quanto sembri, sebbene gli economisti facciano di tutto per ingarbugliarla e renderla una materia ostica ai più.


Ad Annozero si è discusso della crisi e dei primi effetti che sta provocando sull’economia italiana ed europea.

Di certo il telespettatore, dopo aver seguito con attenzione la trasmissione e aver cercato di cogliere fino all’ultima sillaba, faticosamente fuoriuscita dalle labbra di Tremonti, a meno che non sia sprofondato nel sonno più pesante, si sarà posto la fatidica domanda: <<Embè?>> Infatti fra i lunghi e monotoni soliloqui di Tremonti, i botta e risposta fra i vari invitati, il poco tempo a disposizione per un argomento così vasto e complesso, la confusione, derivata anche dall’entrata in scena di un neodisoccupato come Enrico Mentana, è regnata sovrana. Le uniche cose che sono rimaste impresse nella mente di chi ha seguito il programma tv sono gli scontri avvenuti fra operai della Fiat di Pomigliano d’Arco e polizia presso un incrocio dell’A1, in seguito al blocco stradale eseguito dai primi, per protestare contro la decisione dei vertici della società di mandarli in cassa integrazione, e i toni e lo sguardo di un operaio napoletano.

I fatui discorsi del ministro non erano troppo difficili da comprendere per noi miseri mortali, ricchi com’erano di rivendicazioni delle "ottime" misure finanziarie intraprese dal Governo e di panegirici sulla presunta solidità del sistema bancario italiano. Forse perchè in Italia i reati economici sono divenuti quasi oggetto di gossip? Chissà...

Gli ospiti, e soprattutto il ministro Tremonti, ovvero il fiscalista del premier Silvio Berlusconi, non hanno minimamente fatto cenno dell’enorme peso che le organizzazioni criminali hanno sulla nostra economia. Non s’è fatta menzione poi del signoraggio, tema di fondamentale importanza se si vuol realmente capire le gigantesche contraddizioni e i paradossi della situazione monetaria attuale. Non si vuole ammettere che con l’attuale sistema economico non si va da nessuna parte: non si può infatti produrre all’infinito in un mondo che è per natura limitato. Ma si preferisce accollare le responsabilità sui consumatori sull’informazione, colpevole di diffondere sfiducia e allarmismo fra la gente.

Commenti all'articolo

  • Di ascanio (---.---.---.107) 3 marzo 2009 08:37

    L’hai detto fratello, e quì su Agoravox la parola SIGNORAGGIO non viene censurata come per esempio nel blog del Grillo nazionalpopolare.
    Il problema centrale che sta dietro all’impoverimento mio, tuo e di tutti i cittadini è proprio il SIGNORAGGIO primario e ben più subdolo, secondario.
    E’ lo strumento principe utilizzato dalla cleptocrazia al potere per arricchirsi a dismisura non producendo niente, tanto ci sono milioni di zotici schiavi che si fanno accondiscentemente rapinare per mantenere loro, le loro famiglie e clientele e i loro vizi malati.

  • Di Claudio (---.---.---.240) 4 marzo 2009 20:35

    Tremonti, se non ricordo male, ha anche detto che sarebbe l’ora di dire la verità.....
    Penso che Tremonti abbia una "leggera paura" a trattare l’argomento "Verità", tra le cui righe non può non rientrare il signoraggio.....
    Per me ha paura di fare una brutta fine (vedere Duisemberg)! Certo che qualcuno con le palle che spiffera l’argomento al popolino prima o poi dovrà saltare fuori, altirmenti si rischia che salti il paese!

  • Di Silvio (---.---.---.189) 16 marzo 2009 04:23

    Un fraterno saluto a tutti noi, orfani ormai da lungo tempo dell’ INFORMAZIONE. Dunque: a mio parere stiamo vivendo un momento storico incredibile, in cui l’ intero sistema economico mondiale comincia a sgretolarsi e che dará passo a un profondo cambiamento in tutto il pianeta. Nazioni stanno perdendo il proprio predominio, altre diventeranno le dominanti, tutto un sistema culturale, sociale, morale, economico si contraerá per dare spazio a una nuova Era, con nuovi protagonisti. Fate caso a un dettaglio, che io lessi ultimamente in una notizia pubblicata su un quotidiano italiano: Cina avrá come meta di crescita l’ 8% nel 2009 (contro l’ 11% fluttuante degli ultimi anni). Questo significa che la blindatura del loro sistema economico-monetario é molto poco vulnerabile a questa crisi. Non dimentichiamo che Cina possiede da sola il 25% dell’ intero debito estero USA. In poche parole é proprietaria del 25% degli USA (ovviamente non in termini di territorio!!). Il debito complessivo USA é di 39 trilioni di dollari (39,000,000,000,000,000,000). Con un debito estero di questa portata gli USA, sono prigionieri dello stesso gioco che inventarono 70 anni fa, e che tanto sviluppo, anche se fittizio, originó loro, LO SGANCIAMENTO DALLA RELAZIONE RISERVA AUREA-CREAZIONE DI MONETA. USA puó continuare a esistere solo se stampa continuamente moneta, senza peró esistere un valore che supporti la moneta stessa. Questo meccanismo permette i giochi algebrici di architettura finanziaria, perché sono calcoli matematici TEORICI, basati nella "fede" della popolazione che il dollaro esista. É un pó ció che avviene con Dio: per chi crede che esista, Dio é tangibile, vibrante, presente. Per chi non crede in Lui, Dio é solo frutto dell’ immaginario collettivo, non ESISTE. Per il dollaro é quasi lo stesso, il valore intrinseco giá non esiste, solo esiste il valore che noi siamo disposti a credere che abbia. Ora, questo sistema basato é stato stirato oltre il suo limite di rottura e la reazione a catena, giá cominciata nel 2003, non potrá piú esere fermata. Solo si potrá rallentare per un poco di tempo il tracollo finale. Le cose non potranno mai piú essere come furono e questo porterá a un deterioro progressivo della qualitá di vita in tutti i paesi che seguirono alla lettera gli insegnamenti del capitalismo estremo. Solo un coraggioso, tempestivo e deciso intervento dei governanti potrebbe mitigare un poco gli effetti dirompenti che avranno gli accadimenti futuri, peró guardo il circo di inutili che é il panorama della nostra classe politica e impresariale e mi si accappona la pelle. Un consiglio per tutti noi? Di non pensare nemmeno per un secondo che "loro" sapranno cosa fare, non hanno nessuna capacitá al merito e lo dimostrano gorno dopo giorno. Smettiamola di delegare le decisioni che sono nostra responsabilitá, licenziamo questi inetti e riprendiamoci la vita

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