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Albin Kurti: il leader del movimento Vetevendosje

L’ex studente ribelle, Albin Kurti, nonostante sia cresciuto, sembra non aver abbandonato mai la strada della protesta. Sin dal periodo universitario, da quando a Pristina si organizzavano le prime proteste contro il regime serbo, ha continuato ad essere un elemento perturbatore della piatta e asfittica società kosovara. Fedele alla protesta, spesso connotata da eventi violenti e vandalici, il giovane Albin guida dal 2005 il Movimento Vetevendosje (Autodeterminazione). Persona colta ed istruita, dietro la sua alta statura e minuta ossatura, sembra nascondere un carattere davvero forte.

Si possono condividere o meno le idee e le attività di Vetevendosje, ma bisogna prendere atto che questo movimento, i cui attivisti sono soprattutto giovani universitari è l’unico movimento culturale e politico del Kosovo con una forte vocazione popolare.

Per certi aspetti, il movimento di Kurti potrebbe essere paragonato alla Lega Nord, in particolare alla prima fase del movimento padano, quando allora faceva parlare di se più per la spettacolarizzazione delle proteste (con i propri simboli, gadgets e rituali) che per il contenuto effettivo che le alimentava.

"Vetevendosje, dalla data della sua fondazione, lavora sempre dal di fuori delle istituzioni perchè non vuole omologarsi e restare schiacciato dai pesci grossi che dimorano nei palazzi del governo" - dice il suo leader - per adesso combattiamo da fuori, ma non escludiamo un domani di creare un partito" - afferma sempre Albin Kurti. "Il Movimento Vetevendosje, negli anni, ha organizzato accese battaglie contro la corruzione della classe politica kosovara, contro le imposizioni del dittatore Unmik, i cui alti gerarchi confabulano e vanno a pranzo con i criminali - continua Albin - contro Unmik-Eulex e la Polizia Internazionale che non fanno rispettare la legge e l’ordine nel nord del Kosovo.

Le battaglie di Vetevendosje sono anche a favore dello smantellamento delle istituzioni parallele serbe e contro l’istituzione di nuove municipalità serbe nel centro del Kosovo che, agli occhi di Albin Kurti, paiono ricreare una situazione simile alla Bosnia Herzegovina, ovvero di quello che sembra essere un unico paese visto dal di fuori, ma diviso se lo si guarda da dentro.

Sono principalmente queste le lotte che Vetevendosje porta avanti, rare volte pacificamente, la maggior parte delle volte con metodi che possono sfociare in rappresaglie e scontri. Basti pensare che nel febbraio del 2008 due attivisti rimasero uccisi nel pieno centro di Pristina durante una delle tante controverse manifestazioni del movimento. Alcuni militari rumeni furono accusati in quell’occasione di aver sparato proiettili di gomma ad altezza d’uomo. Il clamore iniziale si raffreddò nel giro di qualche settimana.

"Ultimamente, con il passaggio da Unmik ad Eulex, i loro attacchi si sono spostati verso il nuovo dittatore europeo - parafrasando sempre Kurti - al leader di Vetevendosje dieci anni di dominio internazionale sembrano eccessivi, non sembrano interessare le decisive tappe di ricostruzione e di supporto alle istituzioni locali che Unmik prima, ed Eulex poi, hanno realizzato, anzi vede nel loro intervento, che ha portato milioni e milioni di euro in Kosovo, uno dei mali recenti del suo paese".

Albin guarda lontano e vuole vedere il suo paese pienamente indipendente e sovrano senza più vincoli, condizionamenti e imposizioni che vengono dall’esterno. Quasi come se l’indipendenza fosse un percorso obbligato e la ricostruzione delle infrastrutture e delle istituzioni un gioco da ragazzi

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