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Agricoltura, un piccolo antidoto alla crisi

 

In Cina è in corso un vero e proprio controesodo, dalle popolose città dell’est costiero dello sterminato Paese verso l’interno, nelle zone rurali. Per la prima volta da anni quello che sembrava un flusso inarrestabile di manodopera dalle campagne verso la città, in pieno stile rivoluzione industriale, ha trovato una battuta d’arresto.

Milioni di cinesi hanno perso il posto di lavoro che avevano trovato nei sobborghi delle grandi città e riparano ritornando presso le lontane famiglie d’origine ubicate in zone rurali. L’agricoltura perlomeno salverà dalla fame il Dragone ferito dalla crisi finanziaria, economica e sociale; crisi che ha bruscamente risvegliato il mondo dal suo sogno incantato di crescita senza sosta, consumi sfrenati e finanza facile per non dire “creativa”.

In tutto questo anche nel vecchio mondo l’agricoltura potrebbe dimostrarsi un’ancora di salvezza per milioni di persone, qualora ci sia la volontà politica d’incentivare e rilanciare le piccole aziende agricole. Ci sono moltissimi poderi abbandonati nelle nostre campagne, non più coltivati dai vecchi proprietari che li venderebbero anche volentieri, inoltre gli spazi demaniali che potrebbero essere concessi ad un modico affitto o a titolo gratuito non mancano. 

L’agricoltura è una risorsa e un’alternativa vera all’impiego nell’industria e nel terziario, per chi fosse disposto a cambiare il proprio stile di vita e “ritornare” alle origini potrebbe dimostrarsi una scelta ricca di soddisfazioni e pienamente gratificante. 

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