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Adozioni internazionali, in Nepal riparte la compravendita di bambini

In Nepal, come in altri Paesi, l’adozione internazionale è stata sospesa dopo casi di compra vendita di bambini da famiglia povere. In Nepal quest’anno è stata fatta una nuova legge, ma sembra che tutto sia ancora nelle mani dei venditori di bambini.

Frank non se la passa male, lavora in un’ambasciata fino alle 13, segue il noioso processo dei visti ai nepalesi ma il lavoro sporco (proteste, preghiere, assilli, timbri e moduli) lo svolge il personale locale. Di bello c’è che, contrariamente alla maggior parte dei suoi colleghi, lui è contento di stare in Nepal e dedica il suo enorme tempo libero a girare per il paese e ad informarsi su di esso.

Non si lamenta di cibo e sporcizia, non conta i giorni della fine del servizio nella “sede disagiata” (ma ben pagata), non scappa in Europa nei due mesi di vacanza, non ciondola nei parties negli hotels o nelle case blindate dei suoi colleghi. Il personale espatriato delle ambasciate (e delle Nazioni Unite) sono un mondo a parte, come nella maggior parte dei paesi poveri, sfrecciano in jeeponi con autisti, vivono in ghetti di lusso, hanno rapporti solo con i locali privilegiati al loro servizio. La città la vivono in pochi posti: hotels e ristoranti esclusivi, campi da giolf.

Il lavoro è un hobby, noia e alcol dilagano. Gli americani hanno propri club esclusivi, centri sportivi e un enorme costruzione simile a un forte costata oltre USD 90 milioni, tutti si domandano cosa se ne fanno. Ogni tanto gli ambasciatori, vanno dai frastornati politici nepalesi, a spiegargli come ridurre la povertà, l’impunità, creare un sistema democratico. Durante il conflitto spiegavano a gente assediata, come risolverlo, suscitando fastidio nei nepalesi più sensati. Fortunatamente gli italiani hanno chiuso l’inutile e costosa ambasciata e, come altri Paesi, lasciato solo un console onorario, uno dei 27 che hanno fatto anche un associazione.

Questa premessa per dire che, Frank suggerisce, è stato sorprendente l’intervento coordinato fatto da 12 ambasciate occidentali sui problemi (già segnalati in altri posts) dell’adozione internazionale. Cioè gli espatriati hanno lavorato. Le ragioni, spiega, sono dovuti alle pressioni (che gli hanno imposto di lavorare) da parte dei genitori adottivi (specie anglosassoni) in attesa e dalle Organizzazioni (sempre occidentali) che devono incassare dalla transazione.

Il comunicato mette, di fatto, in dubbio tutta la nuova legge e la sua applicazione, ri-suscitando preoccupanti interrogativi sull’adozione internazionale in Nepal. Confermando che la trasparenza dei procedimenti d’adozione (malgrado la nuova legge) è ben lontana da essere raggiunta.

Ancor più grave è la conferma che gli orfanotrofi nepalesi autorizzati a dare i bambini in adozione internazionale, hanno raggiunto il tutto esaurito. Nessuno sa se sono veramente orfani o comprati da famiglie in difficoltà dagli intermediari come è accaduto nel passato. Dice il comunicato: “The number of adoptable children dropped when adoption was suspended in 2007. But we have noticed a sudden rise in the number of such children in child homes and orphanages after the inter-country adoption was resumed in January 2009".

Leggendo la nota verbale al governo nepalese si legge: "inter-country adoptions from Nepal were not meeting international standards and practices determined by the Hague Convention”. Cioè svolta nel massimo interesse per il il bambino. Cioè la legge non funziona. In effetti i meccanismi e gli organi che dovrebbero evitare la compravendita di bambini del passato sono solo sulla carta (e le condizioni generali del Nepal non facilitano l’applicazione). 

Il Ministry of Social Affairs è allo sbando, il lavoro è affidato a dubbi e diversi comitati che dovrebbero controllare i processi pre e ante. La Child NGO Federation, parte dei processi di selezione e controllo, è una lobby votata al business e portata a favorire le adozioni incontrollate per finanziare le Home e gli orfanotrofi da cui dovrebbero partire i bambini. Come s’intende, fra le righe del comunicato, International standards require that there should be no representation of a federation of child NGO that also represents children´s homes and orphanages. Da più parti sono stati segnalati forti dubbi sulla veridicità dei documenti dei bambini proposti per l’adozione.

Insomma, è il previsto gran casino in cui a rimetterci sono i bambini nepalesi (realmente da adottare o no) e i genitori adottivi che investono in speranze e denaro. Dietro le quinte c’è chi manovra e guadagna, spacciandosi per beneffattore. La nota è stata sottoposta dall’ambasciata tedesca a nome di 12 paesi fra cui l’Italia.

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