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Disastri idrogeologici: la legge è del 1923, e poi?

Il 1923 è stato segnato positivamente, dall’emanazione del Regio Decreto Legislativo 30 dicembre 1923 n° 3267. Tale atto è stato predisposto per tutelare i boschi del nostro "Bel paese" (ei fu...) e di conseguenza preservarlo dal dissesto idrogeologico.

La normativa di riferimento per combattere il dissesto idrogeologico, si ritrova in un "moderno" strumento normativo del 1923. Da quel tempo, non si è più messa mano per contrastare tale problematica.
 
Il nostro ambiente ed in generale la nostra società, è cambiata radicalmente, mentre lo strumento per contrastare la devastazione del nostro territorio è rimasto al palo. Chi costruisce in violazione del R.D.L. 3267/23, rischia al massimo una pena corporale, che ovviamente è stata tolta. L’autorità preposta alla gestione del vincolo, di solito non approfondisce lo studio dei progetti presentati, rilasciando i nulla osta allo svincolo del territorio, sulla base del pagamento o meno degli oneri di costruzione.
 
Insomma, l’importante è pagare e si costruisce dappertutto e aggirando la normativa. Aggirare mi sembra un termine leggero per definire il laborioso districarsi in mezzo a quella selva di normativa che protegge il nostro ambiente (abbiamo una serie indefinita di testi unici). Una serie di provvedimenti normativi, capaci di far impazzire il più retto progettista, ma nello stesso tempo, che porge già il "trucco" ai palazzinari, ai costruttori senza scrupoli, ai politici ed alle autorità che intascano fiumi di soldi. Insomma, non è bastata Sarno, non è stato d’esempio Soverato o gli ultimi eventi in provincia di Messina!
 
Predicare bene e razzolare male! Il nostro Parlamento non alza un dito per proporre il cambiamento di rotta, introducendo dei paletti normativi invalicabili (senza peraltro pensare a future sanatorie, condoni ecc.). La ragione è semplice ed ovvia: si intaccherebbero i poteri economici che sponsorizzano la nostra politica. I nostri politici, son tutti bravissimi a presentarsi il giorno dopo dell’ennesima sciagura annunciata, per diffondere promesse e parole da "marinaio" (mi scusino i marinai per averli accomunati ai politici).
 
Il resoconto è sempre lo stesso: i politici si ingrassano con le mazzette dei palazzinari senza scrupoli e con l’appoggio dei poteri locali, mentre l’impotente cittadino italiano si ritrova a fare i conti da solo con la natura che si ribella alla giornaliera violenza che gli facciamo. I nostri predecessori hanno pensato a noi stabilendo delle normative puntuali e ferree (per l’epoca), mentre noi non riusciamo a tramandare il nostro bel paese ai nostri figli. Ci sarebbe bisogno di rinnovamento dell’attuale normativa, accorpamento del proliferare di leggi e leggete facilmente aggirabili, ma soprattutto c’è bisogno di scrivere nero su bianco, che la tutela dell’ambiente è la nostra priorità (per molti, ma non per i soliti noti)!
 
1923, l’inizio e poi ? Lascio a voi pensare al finale!
 
Vi rimando anche alla lettura del mio articolo intitolato "Consiglio di lettura (alias riflessione)" ed alla normativa di riferimento (una parte), che dovrebbe tutelare il nostro ambiente. Non mettetevi a ridere però!
 
R.D.L. 3267/1923 (vincolo idrogeologico)
D. L.vo 42/2004 (testo unico per i beni paesaggistico ambientali)
D.P.R. 380/01 (testo unico per la normativa sull’edilizia)
D.L.vo 152/2006 (testo unico ambientale inerente l’inquinamento)

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