Ho letto un articolo che mi ha prospettato un panorama birmano agghiacciante ( e che non conoscevo) è di Federico Varese: Birmania, il golpe dei generali difende gli affari del narcotraffico
04 Febbraio 2021
Paramilitari, milizie etniche ed esercito regolare gestiscono un mercato da 40 miliardi di dollari l’anno
"Pochi sembrano aver compreso le ragioni del colpo di stato in Myanmar.
Per capire gli eventi di questi giorni bisogna avventurarsi nel nord
della Birmania, dove si produce e raffina l’eroina, le pillole di
metanfetamina mischiata al caffè dette yaba, e l’ice, piccoli cristalli
bianchi nove volte più potenti della cocaina venduti in bustine da tè.
Il fentanil, prima smerciato agli americani in modo legale
dall’industria farmaceutica, viene ora confezionato..." https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2021/02/04/news/myanmar_golpe_esercit o_narcotraffico-286058830/
e ancora
"È tra le strade del nord del Myanmar, nel
cosiddetto triangolo d’oro al confine con Laos e Thailandia, che si
possono ritrovare le radici profonde del golpe della giunta militare di
sei giorni fa. A dirlo al TG è Federico Varese, criminologo
dell’Università di Oxford ed esperto di organizzazioni criminali, nonché
autore del libro “Mafia globale”. E l’oro in questo caso non è
nient’altro che la droga.
Capitale delle droghe sintetiche
Un business che nel Paese vale 40
miliardi di dollari. Il Myanmar è infatti il più grande produttore di
droghe sintetiche al mondo e il secondo di eroina (da qui proviene il
45% di quella del globo). Negli ultimi anni però qualcosa è cambiato.
“Questo colpo di Stato blocca i tentativi di riforma della legge contro
la droga. Il Parlamento (dove il partito di Aung San Suu Kyi è il più
rappresentato) aveva fatto una consultazione con esperti mondiali, e
anche con le Nazioni Unite, per riformare l’approccio alla droga nel
Paese - spiega ancora Varese – a un certo punto i militari hanno detto
basta, c’è un limite a quanto il parlamento può fare”.
L’oppio di Orwell
Da sempre il Mynamar, l’ex Birmania, è un
produttore di Oppio. Proprio nella colonia inglese nel 1934 visse il
figlio di un ex funzionario britannico e tra i campi di papaveri trasse
spunto per scrivere il libro “Giorni in Birmania”. Quel figlio non era
nient’altro che George Orwell. Ieri, come oggi quindi la storia birmana è
un intreccio tra droga e potere. https://www.rsi.ch/news/mondo/Myanmar-la-droga-dietro-il-golpe-13809244.html