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La lunga e travagliata storia del potere e della libertà

Di Damiano Mazzotti (---.---.---.115) 8 settembre 2020 13:38
Damiano Mazzotti

Gunther Anders, L’uomo è antiquato, scritto, pensate, nel 1956. Gunther Anders nelle sue note parla del cosiddetto totalitarismo morbido che, come si vede, non ha più bisogno, come quello della metà del novecento, dell’impiego sistematico e brutale della violenza, perché ottiene obbedienza automatica incondizionata in virtù dell’efficacia e dell’efficienza del suo impercettibile, e perciò più insidioso, dispositivo di omologazione. Nelle sue note lui parla anche dell’efficacia dell’esercizio del potere nel totalitarismo mite o morbido. Il potere risiede nella sua impercettibilità, fraintesa come non esistenza, come il deus absconditus, i cui decreti sono insondabili e imperscrutabili. Anche il potere sa di essere al colmo della potenza, se resta celato dietro le quinte. Ed è a quello che ci riferiamo, non ai capi di governo, non ai capi europei, non ai capi mondiali. Ancora più su. Il silenzio di questo potere che si cela dietro le quinte è segno della sua forza; infatti, quanto più totale è un potere, tanto più muto il suo comando; quanto più muto è un comando, tanto più naturale è la nostra obbedienza; quanto più naturale è la nostra obbedienza, tanto più assicurata è la nostra illusione di libertà; quanto più assicurata la nostra illusione di libertà, tanto più totale il potere».

https://www.youtube.com/watch?v=qhbOVJ0Q-Ns (film: 2030. Fuga per il futuro)


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