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Giornalisti e lettori: un matrimonio da salvare

Di paolo (---.---.---.49) 2 febbraio 2020 12:15

Cara Emilia, riconosco il tuo coraggio e comprendo il tentativo. Deve essere dura per chi onora la "professione" con impegno e serietà, sentirsi circondata da un diffuso discredito, se non addirittura un disprezzo vero e proprio. Non sono un giornalista, e questo è superfluo dirlo dal momento che risulta piuttosto evidente, ma ritengo di possedere sufficienti capacità o strumenti culturali per essermi formato una opinione ben precisa. Che è la seguente :

" Al netto di pennivendoli marchettari al soldo di potentati economico finanziari, al netto di meri passatori di veline di politici e al netto di improvvisati senza arte né parte, del giornalismo nostrano rimane poco se non nulla. Il tutto corroborato da un ordine professionale non esente da pecche, tutt’altro ". Questa la mia opinione, per quanto possa interessare a qualcuno. Le rarissime eccezioni sono una palese conferma della regola.

Hai però assolutamente ragione a criticare internet. Tuttavia la "rete" ormai è percepita come un bene rifugio per l’informazione; giusto o sbagliato che sia. L’informazione ( e quindi anche la disinformazione ) si produce quasi tutta "online " dove peraltro, è bene ribadirlo, imperversano anche tutte le testate giornalistiche tradizionali. Tutti i media sono in crisi di credibilità. Tutti i talk show giornalistici sono aria fritta; compresa la famosa " terza camera" del "mega giornalista" Bruno Vespa che è diventata ormai un estemporaneo siparietto per nostalgici. Cosi’ è e cosi’ andrà sempre di più. E non esistono antidoti.

Chiediti come mai. O magari chiedilo alla redazione di Libero, quotidiano sul quale scrivi.

saluto


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