Allora, la sintesi — per come la vedo io — è questa: chi si è rubato 49 milioni di soldi
pubblici (promettendo di restituirli in comode rate decennali) sta al
governo mentre il vicecapobanda, uno che guadagna un sacco di soldi pur non
avendo mai fatto un piffero in vita sua, urla tutti i giorni contro 42
morti di fame lasciati sotto il sole a picco per settimane.
Quella che li ha salvati portandoli a terra nel più vicino porto sicuro,
come da diritto internazionale, è invece agli arresti e sarà presto
trasferita in galera.
Tutto questo mentre gli (in)utili idioti
dell’honestà-honestà vanno a braccetto con gli appropriatori di milioni, dopo aver espulso
dalla loro banda di rimbambiti quei pochi che ancora dissentono (fra cui il senatore De Falco, ex comandante della Guardia Costiera che non ha dubbi in proposito «Carola Rackete dovrà essere liberata, non era tenuta a fermarsi», ohibò lo saprà lui con la sua carriera di uomo di mare o no?).
Ora parleranno i magistrati, ma qualsiasi cosa dicano per me la storia è
già chiarissima. E non credo che la Storia, quella con la maiuscola,
farà molti sconti.