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Innse: potere ai lavoratori

Di massimo (---.---.---.131) 14 agosto 2009 00:48

sono totalmente d’accordo con le tesi esposte.
E mi fa piacere , dopo aver sostenuto, nella mia vita professionale, molte battaglie con lontane e distaccate proprietà finanziarie, che venga sollevato il problema della responsabilità della gestione d’impresa e del suo controllo. Perchè questo è il vero punto critico, vorrei dire la nuova frontiera del ventunesimo secolo. Ridefinire i rapporti operativi e giuridici tra capitale di rischio, finanziamento e lavoro nell’impresa. La soluzione capitalistica classica , in presenza di una forza sindacale coesa ed intelligente, ha discretamente funzionato, fino a quando la proprietà non è stata trasferita dall’imprendtore, che comunque amava la sua azienda e ne voleva lo sviluppo, alla pura finanza che , specie se internazionale, non ha alcun legame con il prodotto, la tecnologia od il territorio, ma si focalizza solo sul valore a breve delle quote azionarie. All’opposto la soluzione marxista leninista di totale pianificazione e controllo statale delle attività economiche ha generato povertà e miseria.
E’ chiaro che la politica ed i sindacati devono trovare una nuova via nel senso indicato , cioè di un controllo e di una partecipazione sostanziale del lavoro nella gestione di ogni singola impresa, accettando d’altra parte una corretta ed equa remunerazione del capitale investito.
Temo però che le forze di di sinistra e qualche sindacato come la CGIL non saranno mai disponibili ad accettare che, anche in una situazione pienamente sotto controllo da parte del lavoro e con la certezza che nessuno si stia segretamente arricchendo, in caso di crisi di mercato, si debbano accettare sacrifici retributivi e di condizioni di lavoro. E di certo gli attuali imprenditori non sarebbero entusiasti di dover essere trasparenti e chiari con tutti i dipendenti, circa la gestione aziendale.
Temo quindi che sia un sogno, ma è un bel sogno e val la pena di insistere. Specialmente i giovani dovrebbero porselo come obiettivo primario.
Ed alle prossime elezioni sostenere in massa chi presenterà il miglior progetto di una nuova struttura di relazioni aziendali e d’impresa. Queste finalmente sarebbero discussioni serie.
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