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Immigrazione: gli ultimi degli ultimi

Di Persio Flacco (---.---.---.235) 12 gennaio 2019 21:02

Il M5S nasce come movimento "antisistema", dove con "sistema" si intende il "regime partitocratico" nel quale i partiti con vari mezzi (clientele, nepotismi, collusioni tra politica e affari, corruzione diffusa, uso privato della cosa pubblica, disapplicazione della Costituzione) controllano da 70 anni le istituzioni dello Stato: Parlamento, Governo, Pubblica Amministrazione, aziende pubbliche. Come è noto il M5S ha vinto le elezioni del 4 marzo diventando il partito di maggioranza relativa ma, a causa della legge elettorale (il Rosatellum), fortemente voluta dal PD e imposta a colpi di fiducia (la "fiducia" è uno dei mezzi usati dai partiti per irregimentare i parlamentari della maggioranza), si è trovato nella impossibilità di avere una maggioranza in Parlamento, e quindi di governare, senza stabilire alleanze con altre forze politiche. Il primo partito a cui il M5S ha proposto una alleanza è stato il PD, che ha rifiiutato nettamente. Probabilmente la segreteria del PD sperava che, essendo il M5S impossibilitato a trovare alleanze, o si sarebbero dovute ripetere le elezioni oppure il Presidente della Repubblica avrebbe dovuto affidare l’incarico ad un "tecnico", come Napolitano fece con Mario Monti. E in effetti Mattarella si accingeva a dare l’incarico a Cottarelli, quando si è fatto avanti Salvini con la Lega. Insomma, si può dire che quella del M5S è stata una scelta obbligata, visto che l’alternativa sarebbe stata una ripetizione delle elezioni, che prevedibilmente avrebbero fornito lo stesso risultato, oppure un governo tecnico, prevedibilmente "lacrime e sangue" sulla falsariga del precedente Monti-Fornero. Il resto è noto.


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