Sara,
“è il disegno
sottostante, sostenuto dagli ambientalisti……”. Personalmente non mi interesso
di complotti ma perché ficcarci dentro gli ambientalisti non lo capisco; almeno
aggiungere anche il modo di vivere attuale alle memorie storiche, peraltro
imprecise e superficiali. Mi sembrerebbe il minimo:
Negli anni 50 il
fabbisogno energetico era assolutamente diverso. Se Lei va sul sito più sotto,
troverà un grafico e noterà che dagli anni 60, quelli del boom economico, la
produzione di energia termoelettrica ha un picco enorme.
Faccio notare che
l’energia idroelettrica è “una fonte rinnovabile” dunque ambientalista. Il
problema eventualmente è nella tecnica costruttiva delle strutture: non si deve
bloccare la vita del fiume, architettonicamente si può e si deve fare:
http://aspoitalia.blogspot.com/2007/08/il-grafico-qui-accanto-mostra-in.html
Non sono gli
ambientalisti (che in questo Paese hanno sempre contato ….. nulla) ad avere
bloccato la produzione idroelettrica ma la facilità e la convenienza di
approvvigionamento e trasporto dalla centrale, dell’energia termoelettrica
(carbone, petrolio, gas).
La invito a leggere
questo articolo sull’idroelettrico:
https://rienergia.staffettaonline.com/articolo/32849/Quale+futuro+per+l’Idroelettrico+in+Italia/Marangoni
non ha nulla a che vedere
con “gli ambientalisti” è un articolo economico, guardi chi sono gli sponsor se
non crede a me.
Seveso non c’entra niente
con il nucleare, tenga conto però, che l’abbandono del nucleare è stato deciso
con DUE Referendum dal popolo italiano.
Gli ambientalisti
(esclusi pochi) non chiedono affatto la “decrescita” ma maggiore
efficacia/efficienza, minore pigrizia ed un pochino di sale in zucca. Gli
standard della società dei consumi, comunque, sono folli: provi ad andare al
supermercato, si soffermi davanti agli scaffali e conti, di un singolo
prodotto, quanti tipi, marche, prezzi ci sono: le sembra normale che in un
supermercato di paese ci siano 8/10 tipi di cetrioli sotto aceto? dov’è
l’economia? dov’è una tale domanda? che al banco salumi ce ne siano almeno una
ventina esclusi quelli confezionati che sono anche di più? È normale che noi
abbiamo rifiuti alimentari per il 30% dei consumi?
Si rende conto che nel
prezzo che paghiamo alla cassa è incluso il rischio scadenza prodotto, cioè
l’invenduto che verrà quindi smaltito? Paghiamo subito (su base statistica):
costo di produzione, trasporto, smaltimento, mancato guadagno ….. …ed energia!
Tanta energia.
Il problema rifiuti non è
inventato, ma soprattutto può essere risolto a livelli importanti,
tecnicamente, tramite il riciclo, l’educazione dei consumatori, il riuso.
Gli inceneritori SONO
inquinanti ma sono soprattutto antieconomici specialmente per l’Italia che non
ha materie prime ma le potrebbe riciclare. (ho già commentato in questo
articolo)
Lei scrive “inventando
l’usa e getta”: usa e getta è fatto per i consumatori, perché la
gente lavora e non ha tempo, oppure perché è pigra. Io non sono certo d’accordo
su questa vita “fast”, ma è così che la maggior parte degli occidentali vivono.
Vogliamo ragionare sul fatto che nessuno ci obbliga?
Sempre al supermercato:
nel banco alimentari confezionati NON sottovuoto troverà prodotti confezionati
in “atmosfera protettiva” (o modificata, attiva, passiva): ebbene lì è stato
introdotto gas a fini conservativi. Naturalmente serve un imballaggio adatto
che poi viene gettato (per produrlo serve energia). Plastica che può essere
benissimo riciclata, guardi che la paghiamo. Se la buttiamo in discarica non
serve a niente, se la bruciamo facciamo poco, se l’industria la riutilizza
risparmia in materie prime ed energia e noi abbiamo più pulizia e meno
inquinamento.
Montecatini/Montedison/Enichem:
Acna (Soc. della Montedison) di Cengio (Savona) - Bussi sul Tirino Abruzzo –
Brindisi - Farmoplast (Soc. della Montedison) – Massa – tutto il ciclo
del cloro a Venezia/Porto Marghera, possiamo stare qui ore a fare
ricerche su incidenti ed inquinamenti di questa industria e sue collegate,
altro che vapore …… solo che ieri come oggi era difficile sapere.
Lei, come tanti altri,
distribuisce colpe attribuendole a destra ed a manca senza mai pensare che sono
fatti accaduti, del passato, e tali restano. Ricordare serve solo a non
incorrere negli stessi errori o peggio, serve per cambiare, guardare avanti,
studiare e applicare gli studi senza remore o pigrizia. Noi stiamo mandando a
puttane questo pianeta ma, paradossalmente, abbiamo conoscenza, capacità e
tecnologia per fermare il declino. Solo che anziché prenderci cura di noi
stessi e dei luoghi nei quali viviamo, della nostra economia e del nostro
benessere, ci fermiamo a darci colpe mentre l’economia, a Lei così cara, è
ormai tutta basata su speculazione, sfruttamento e profitto su prodotti di
scarsa qualità.
Un Dio chiamato denaro.
Un Saluto
Es.