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Sinistra | L’evoluzione ed i dinosauri

Di Persio Flacco (---.---.---.148) 16 ottobre 2018 23:49
Se non si pone la premessa che essere di sinistra implica essere critici e avversari dell’ordine capitalista la conseguenza è di doversi misurare con una serie di aporie dalle quali non si può uscire. 
Il PD non è di sinistra, e non lo è mai stato. La sua ragione sociale fin dalla fondazione è stata quella di costituire uno dei poli di un futuro assetto bipolare del Paese, secondo lo schema classico mutuato dagli USA, di cui Veltroni è grande estimatore.

Due poli, entrambi custodi dell’ordine capitalista: uno più orientato alla redistribuzione della ricchezza e al welfare e l’altro più orientato al liberismo economico e all’affidarsi alle leggi del mercato, che si alternano al potere dando ai cittadini l’illusione della democrazia. 

Il tentativo non è riuscito sia perché nella società italiana esiste una diversificazione ideale assai più complessa sia perché è mancato l’altro polo. Ruolo che sarebbe dovuto essere assunto dal partito berlusconiano ma che il suo patron ha rifiutato per vari motivi, soprattutto per preservare la sua natura di partito-azienda, custode degli interessi berlusconiani.

Venuto meno il secondo polo il PD, sotto Renzi, ha assunto entrambi i ruoli, diventando quello che è ora: un partito a vocazione totalitaria sostanzialmente di centrodestra.

Ne consegue che il PD non è riformabile come partito di sinistra e che, probabilmente, il suo destino è quello di diventare il partito della nazione fagocitando via via i resti di Forza Italia una volta venuto meno il suo patron.


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