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Camorra: un video di Giampiero de Luca sulla camorra a Napoli

Di Ezio Petrillo (---.---.---.111) 7 agosto 2009 14:49

Loro sono uniti. Vivono come nelle tribù arcaiche. Rituali antichi, patti di sangue, fedeltà al capo, inferiorizzazione della donna. Sono in tutto e per tutto micro-comunità all’interno di non-comunità. Infatti Napoli in particolare, è una città di persone-isole, non più una vera e propria comunità. Penso che la nostra sia la città d’Italia col più alto tasso di "odio verso il prossimo". E me ne accorgo anch’io dalle piccole cose,dagli sguardi sempre truci, dal traffico, dall’incuria,, dal degrado. Ci odiamo profondamente l’un l’altro e non vediamo l’ora di andarcene, loro invece, i camorristi, si amano, si proteggono, e sono certi di non essere mai puniti, perchè giocano sullo sfilacciamento e sull’indifferenza del resto della città. Mi sono sempre chiesto come mai a Napoli quando viene arrestato un camorrista non ce n’è uno che va là a contestare, a urlare, a insultare (come invece ad esempio è successo spesso in Sicilia con gli arresti di Provenzano e co.).
Temo che l’unica soluzione sia un reset totale. Provocazione: o si scende in guerra, si combatte porta a porta, vico dopo vico o lasciamo la città a loro, lasciamoli implodere, lasciamoli ammazzare l’un l’altro, quando si saranno annientati da soli, torneremo.


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