L’INGANNO DELLA CONTRAPPOSIZIONE: DEMOCRAZIE CONTRO
POPULISTI
Proprio oggi ho letto su "Le monde
diplomatique" (edito da "Il manifesto") un esteso e
documentatissimo articolo, che ne riassume tanti altri, su questa
contrapposizione.
Diversi autori affermano che "sostenere che siamo
minacciati dalle dittature consente di far credere che stia regnando o che fino
a poco fa abbia regnato la democrazia".
I rappresentanti tradizionali dei poteri
sostengono che oggi si contrapporrebbero due visioni opposte del futuro
dell’umanità: una democratica, liberale e globalizzata contro una autoritaria,
chiusa e sovranista.
Ma questa contrapposizione serve ad occultare che
in realtà queste due visioni hanno molto in comune, e cioè quel modello di
produzione e di proprietà che consente che chi è ai vertici politici ed
economici abbia una influenza spropositata e sostanzialmente illimitata: il
quadro sociale ed economico può essere corretto ma non deve mai subire
mutamenti sostanziali; gli uomini e i poteri forti non consentono che il tavolo
venga rovesciato ma soltanto che si cambino i giocatori, però sempre
all’interno delle stesse classi dirigenti, che quindi appoggiano sempre quei
poteri forti.
L’idea che il progresso economico faccia star
meglio tutti è clamorosamente smentita dai fatti, ma ancora sostenuta dalle elites politiche. Il caso Cina dimostra
che la modernizzazione e il progresso economico non ha portato democrazia ma un
più rigido e capillare controllo della popolazione. Nei paesi capitalisti avanzati la
globalizzazione ha causato perdita di posti di lavoro e impoverimento delle
classi medie e basse, i sacri bilanci statali sono stati saccheggiati per
salvare le banche (dilapidando il 27% del PIL di Europa e USA) e quindi per arricchire
finanzieri sconosciuti. Le differenze di reddito sono diventate abissali, gli
impieghi e i relativi redditi del mondo industriale sono crollati (negli USA i
redditi da lavoro in dieci anni sono scesi dal 64% al 58% del PIL), ma i
dirigenti politici "democratici", di destra come di sinistra, si sono
fatti beffe dei disagi e delle volontà dei loro elettori. Hanno sfruttato la disaffezione elettorale
per comandare soltanto loro, hanno utilizzato il potere mediatico per
convincere gli elettori del "voto utile" e che i partiti di centro
avrebbero protetto tutte le classi sociali e che ogni cambiamento radicale comporterebbe
disordine e disgrazie per tutti.
Siccome il benessere per tutti non arriva, adesso
si incolpano i populisti, nascondendo così che i popoli sono stati traditi
dagli eletti con sistemi formalmente democratici e che la sinistra politica è
diventata il partito della borghesia intellettuale che appoggia il sistema.
Nel paragrafo "il popolo sceglie ma il
capitale decide" c’è un lungo elenco di promesse elettorali tradite, da
Obama cha aveva promesso un sistema sanitario pubblico e che poi ha imposto
assicurazioni mediche private, a Sarkozy che ha posticipato l’età pensionabile,
a Clegg che nel Regno unito ha triplicato le tasse universitarie che invece si
era impegnato ad abolire. I danesi,
francesi, olandesi e greci hanno votato contro le pretese della UE, ma hanno
dovuto subirle ugualmente. Diversi leader europei hanno dichiarato che "le
elezioni non devono poter modificare la politica economica" e che
l’Euroguppo non deve render conto a nessun governo e a nessun parlamento delle
decisioni che prende".
Questo autoritarismo finanziario e
tecnocratico che disprezza ogni
sovranità popolare ha portato a reazioni "populiste" che sostengono invece
un autoritarismo non più globale ma nazionale, contrabbandato come riconquista
popolare, che però continua a negare ogni vera sovranità a quel popolo.
La mì mamma, che aveva una venatura toscana,
diceva: "se non è zuppa, l’è pan bagnato".
GeriSteve