Sproloqui >
Nel dibattito
in corso sui vaccini e sulla possibile esclusione da asili nido e scuole
dell’infanzia si ascoltano, da autorevoli esponenti politici (Ministri e non),
delle citazioni/interpretazioni giuridiche a dir poco discutibili oltre che
infondate.
In particolare sul concetto di diritto.
A cominciare dal “diritto
allo studio” che verrebbe “negato” vietando l’accesso ai nidi e alle scuole
dell’infanzia. Quando, in realtà, concerne quel diritto di singoli soggetti
capaci e meritevoli di poter raggiungere (tramite borse, concorsi, provvidenze)
i gradi più alti degli studi anche se privi di sufficienti mezzi economici.
E ancora.
Per la Repubblica (Costituzione Art 32) la “tutela della salute” è tanto un
fondamentale diritto individuale, quanto un essenziale interesse dell’intera collettività.
Tant’è che nessuno può essere “obbligato” a un determinato trattamento
sanitario. TUTTAVIA è sancito che non deve costituire in alcun modo (e per
nessun motivo) una potenziale fonte di contagio per chiunque abbia con lui dei
rapporti ravvicinati.
In pratica, l’interesse della salute collettiva non può
non prevalere su quella libertà di scelta (convinzione) pur attribuita ad un
singolo soggetto.
Sintesi.
TUTTI gli obblighi legislativi sono da rispettare a
meno di comprovate controindicazioni e/o oggettive cause ostative
(discriminanti).
Disquisire sulle ragioni politiche di una gestione articolata
e flessibile rischia di sfociare nello “sproloquio”.
Chiaro e definito è il
rapporto tra Autodeterminazione e “collettività” ...