Gent. Giannuli, il Suo articolo non sta
in piedi. In primo luogo, che sui “diritti acquisiti” non si
possa fare nulla, non e’ vero. Non sono stati cambiati più’ volte i
limiti dell’eta pensionabile per i comuni mortali, cambiando le
prospettive di vita in “corso d’opera”? Questo non e’ il paese
del prelievo forzato sui cc da un giorno all’altro? E’ sufficiente la
volontà politica per i cambiamenti, anche drastici, anche dei principi cosiddetti inderogabili E poi; se si
sono versati contributi per 1000 euro di pensione, e se ne
percepiscono 10,000, si può’ parlare di diritto o si deve parlare di
privilegio? Lei pare dimenticare poi che i versamenti delle pensioni
si fondano sul cosiddetto “patto generazionale”, per cui i 5000
euro del “proletario” Capanna, sono pagati per lo più’ da
poveracci che guadagnano 1000 euro del mese e ne prenderanno, con il
contributivo, 700 (se va bene) di pensione. La cosa che mi sconcerta
e’ che paventa un 15% di pensionati interessati da un eventuale
riforma, mentre si immagina di adottare il criterio contributivo solo
alla parte di rendite eccedenti i 5000 euro, forse la decima parte di quelle di cui parla Lei. Scrive poi come se
qualcuno avesse ipotizzato di toccare le “pensioni d’oro” ma pari
ai contributi versati; non sono in scaletta. Più’ in generale,
ipotizza un complotto ai danni dei molti, che comincia con togliere
dei privilegi a beneficio dei pochi: mi piacerebbe conoscere
l’opinione dei molti a riguardo. Il Suo ragionamento, come premesso, non sta in
piedi.