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Giulio Regeni e la “scorta mediatica”

Di Truman Burbank (---.---.---.242) 16 ottobre 2017 12:04
Truman Burbank

Una volta c’erano giornalisti che facevano giornalismo. In quell’epoca remota si diceva che per capire i fatti bisogna seguire i soldi, "follow the money".

Se volessimo seguire i soldi ci domanderemmo chi pagasse il soggiorno di Regeni in Egitto e perché lo avesse inviato lì. Non sarebbe difficile arrivare a Oxford Analytica che in sostanza vuol dire MI6, i servizi segreti militari inglesi.

Sono andati i nostri investigatori a chiedere informazioni, ma nessuno si è degnato di rispondere. Mi ricorda quella volta che, negli anni di piombo, la polizia bussò alla porta dell’appartamento dove era tenuto prigioniero Moro e i brigatisti semplicemente non risposero. Fecero finta di non esserci. Quando quelli che sembrano giochi di bambini ce li raccontano come verità, spesso c’è la mano pesante dei servizi segreti. Appunto.

Se volessimo seguire invece i soldi che finanziano Amnesty, si potrebbe scoprire che arrivano da parecchi governi, compreso quello britannico. Non servono ricerche complesse su siti complottisti, è sufficiente andare su Wikipedia, https://en.wikipedia.org/wiki/Amnesty_International e andare alla sezione "Funding".

Non è sorprendente che un’organizzazione finanziata dal Governo britannico si dia tanto da fare per attribuire colpe all’Egitto, distogliendo l’attenzione dal MI6.

Una chicca: sulla pagina inglese di Amnesty c’è una magnifica foto di Harvey Weinstein, lo stupratore seriale di Hollywood. Sembra che negli anni passati si sia dato molto da fare per sostenere Amnesty.


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