VELLEITA’ >
Le
rilevazioni statistiche di tipo socio-economico sono una “istantanea” dei
fenomeno studiati.
TRAMITE alcuni dati cercano di sintetizzare e rendere
comprensibili delle realtà molto complesse. Ne consegue che i dati esposti sono
dei valori “contingenti” correlati ai canoni metodologici adottati.
Ciò precisato.
Appaiono perlomeno velleitarie certe più o meno pompose “interpretazioni” che i
POLITICI danno delle periodiche rilevazioni ISTAT.
Perfino variazioni di pochi decimi
di punto percentuale diventano la testimonianza di significativi mutamenti in
atto. Per contro.
E’ fatto risaputo che il tasso di disoccupazione può calare
anche solo se cresce il numero di soggetti sfiduciati che rinunciano a cercare
lavoro. Nella categoria degli occupati sono ricompresi anche coloro che
lavorano 1 ora alla settimana oppure con contratto part-time oppure a termine.
Non solo. C’è addirittura chi trasforma detti valori statistici in “posti di
lavoro” effettivi. Con buona pace del dettato Costituzionale (art.36) che fissa
il diritto ad una retribuzione “in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e
alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.
Così come appare altrettanto velleitario
“promuovere”, oggi, l’occupazione dei giovani con la “decontribuzione” dei nuovi
contratti, penalizzando così la futura “solvibilità” del sistema pensionistico.
In sintesi.
Quanto meno sarebbe più corretto esaminare, nell’arco di alcuni mesi,
l’andamento delle varie voci che compongono i singoli dati statistici al fine di appurare
l’eventuale uniformità della loro tendenza.
Per non cascare nella “trappola”
basta andare Avanti con Metodo …