DOPAGGI >
Misure tipo
il blocco della perequazione delle pensioni o l’aumento automatico dell’età
pensionabile (dietro l’aspettativa di vita) vengono spesso “giustificate” come
necessario “antidoto” a quella miseranda prospettiva che taluni intravedono per
le attuali giovani generazioni.
Nel merito.
Il “traballante” quadro finanziario
dell’Inps offre ampio spazio a valutazioni e controdeduzioni. NON vengono tuttavia
focalizzati certi aspetti determinanti ai fini della “solvibilità” presente e
futura.
Per il passato.
Ci sono gruppi cospicui di ex lavoratori per cui risultano
versati importi contributivi “correlabili” e sufficienti. Sono quelli che non
ci avrebbero affatto rimesso se, all’andata in pensione, avessero incassato in
una sola volta l’attuale ammontare delle spettanze contributive via via “depositate”.
Un bel gruzzolo che, opportunamente gestito, costituirebbe una duratura fonte
di reddito non inferiore alla pensione. In altri termini.
TRADOTTO: per farla pari dovrebbero campare ben oltre i 90 anni.
Venendo al presente.
Pur di far risalire
il tasso d’occupazione da vari anni si dà ampio agio a rapporti di lavoro
“precari”, a contratti impreziositi dalla “decontribuzione” e ad altre formule
“elusive”. Tanto da penalizzare tutto il sistema previdenziale.
Ancora.
Fino a
pochi lustri fa era dato PER CERTO che il “progresso” offrisse la chiave per
liberare sempre più l’uomo dall’oppressione del lavoro e trovare maggior tempo
per le sue aspirazioni personali.
In compenso è evidente che troppo pochi hanno
tenuto d’occhio il ruolo e la partita giocata dagli interessi politici; di
parte e di governo. Dei soggetti “capaci” fino al punto di ribaltare detto “sogno”
progressista.
Sintesi.
A nulla giova la contrapposizione tra le generazioni. Giovani
ed anziani stanno “stretti” sulla stessa barca.
Con Bonus e mancette non si
incide quella Tagliola Tributaria che ormai da tempo corrode il portafoglio …