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Roma: migranti o italiani, si sgombera la povertà

Di pv21 (---.---.---.130) 26 agosto 2017 19:28

Ce ne corre >

ACCOGLIENZA è un termine che assume la propria valenza dalla specifica dei suoi contenuti.

Accogliere un ospite di passaggio significa fornire il vitto e l’alloggio per un breve periodo. Mentre accogliere un soggetto nuovo ed estraneo senza una scadenza predefinita comporta la “creazione” di presupposti validi per favorire un inserimento autonomo e duraturo, oltre che proficuo ai fini della sua esistenza.

La differenza è quindi abissale. Nei fatti.


IN NOME di nobili principi umanitari a lungo si è ragionato solo in termini di soccorso e “prima accoglienza”. Lasciando altresì ampio spazio a delle soluzioni estemporanee, provvisorie e perfino irregolari.

Il tutto quasi ignorando la sussistenza di analoghi problemi per diversi milioni di nostri concittadini disoccupati e di famiglie a rischio povertà.


Una miscela ad alto potenziale detonante, quanto meno sotto un paio di aspetti.

Quando difettano le risorse essenziali, la forzata “convivenza” con soggetti paracadutati dall’alto è fonte di crescenti distinguo, di attriti e reiterati conflitti.

Di violento contrasto sono le reazioni a successivi tentativi di ripristino di forme di legalità.

Ergo. Quanto accaduto a Roma sono le avvisaglie di altri possibili eventi pronti a divampare.


Visto l’effetto “risonanza”, vale sempre l’auspicio che i media non diano, così tanto, volto e voce agli opposti schieramenti.

Già difficile è immaginare una formula risolutiva per La “saga” dei clandestini


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