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E’ possibile sradicare il fenomeno mafioso dall’Italia?

Di UGO L’autore a Stefano (---.---.---.188) 15 luglio 2009 00:34

 L’accorato intervento di Stefano tocca il cuore del problema, che non è - però - il "tradimento" individuale al momento di trovare occupazione, ma il sequestro dei diritti da parte di poteri informali; il che equivale alla negazione della Stato di diritto.
 Due elementi caratterizzano il ceto politico italiano sin dall’origine: il rifiuto di sottoporsi ai controlli di legalità sul proprio operato e la volontà di avere le mani libere per praticare un clientelismo massiccio verso strati sociali, aree territoriali e singoli individui (e non solo nel Sud, anzi soprattutto al Nord, specialmente durante i regimi liberale e fascista). Queste caratteristiche del ceto politico, che hanno attraversato tutta la storia unitaria dell’Italia, sono quelle che aprono le porte dell Stato ai gruppi criminali. Clientelismo, voto di scambio e corruzione rappresentano il terreno privilegiato sul quale avviene l’osmosi tra criminalità, politica e pubblica amministrazione. E’ questo quello che consente la continua riproduzione del fenomeno mafioso.
 E’ su questo versante che il movimento antimafia dovrebbe spostare la propria attenzione.


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