Non voto negativamente l’articolo per il motivo che mi sembra contenga informazioni dettagliate e precise.
Non concordo però sulla conclusione e che esprime forse l’unica opinione personale, o quella finale, dell’autrice.
Per quanto riguarda i rimborsi elettorali per le europee, i più grandi partiti in termini numerici, quelli della maggioranza e il Pd e l’Idv, si accordarono per dividersi la somma e per escludere dall’accesso i partiti più piccoli. La soglia del 4% anche per l’ottenimento dei rimborsi (e non del 2% come per primo feci notare a Corrias, seguito poi dall’intervento dell’ex europarlamentare Claudio Fava) sarebbe servita anche in termini di soffocamento economico.
Io dico purtroppo e non “meno male”, Gloria, proprio perché viene a mancare la maggiore rappresentatività e si attenta al pluralismo democratico. Di fatto i partiti che hanno un minor peso, sapendo che rischiavano di non arrivare al 4%, non hanno neppure potuto investire in termini di impegno economico cifre vicine a quelle impiegate dagli altri partiti nella campagna elettorale.
Attentando anche al loro sostentamento economico derivato dall’assenza di rimborsi, alcuni partiti hanno inseguito l’obiettivo di soffocare le possibilità degli altri competitors di far udire la propria voce.
Purtroppo, direi.