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Legge elettorale e democrazia

Di Persio Flacco (---.---.---.160) 13 febbraio 2017 16:58
Il Parlamento è un organo che deve garantire al tempo stesso la rappresentatività democratica e l’operatività delle sue funzioni. 
La fedele rappresentatività di un corpo elettorale frammentato trasferisce nel Parlamento la sua stessa frammentarietà, ed essendo il Parlamento un organo collegiale che delibera per lo più a maggioranza, questo va a detrimento alla sua capacità decisionale ed operativa.

La Corte ha ritenuto legittimo alterarne entro certi limiti la rappresentatività per migliorarne l’efficienza. Io personalmente non sono d’accordo perché, a mio avviso, la parte di gran lunga più rilevante dell’attività parlamentare consiste nella produzione legislativa.

Infatti, salvo eventi eccezionali: elezione del Presidente della Repubblica, fiducia al Governo, decreti del Governo motivati da eccezionalità e urgenza, il lavoro del Parlamento non richiede particolare rapidità, richiede, al contrario, ponderazione, confronto ampio di idee, massima rappresentatività nella produzione delle leggi.

E’ il Governo l’organo che deve garantire prontezza decisionale, non il Parlamento. Il Parlamento deve produrre poche e buone leggi, non più e non meno di quelle che occorrono, cercando di comprendere in esse il massimo delle istanze provenienti dal Paese, in modo che siano il più possibile comprese e condivise dai cittadini. Questo lo si ottiene con il confronto politico, e il Parlamento è il luogo deputato al suo esercizio.

Invece sembra che la Corte abbia implicitamente ceduto ad una visione incostituzionale dettata dalla prassi secondo la quale è il Governo che legifera, per lo più abusando dello strumento della decretazione, e il Parlamento deve avallare con la massima celerità le sue proposte. 

In altri termini viene considerata dalla Corte come motivazione legittima l’esigenza di migliorare operatività del Parlamento quale "notaio" promulgatore della produzione legislativa del Governo, alla quale vale la pena sacrificare anche la sua rappresentatività.

Che dire? Della Costituzione è rimasto ben poco. E se i suoi massimi custodi: il Presidente della Repubblica e la Corte Costituzionale, non hanno nulla da eccepire verso il suo stravolgimento, allora siamo messi davvero male.

Riguardo al tuo "consenso surrogato" per il momento preferisco non esprimermi.

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