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Stiglitz e il referendum costituzionale | Salviamo il cittadino dalla Democrazia

Di pv21 (---.---.---.165) 11 novembre 2016 12:03

RISCATTO >

Sempre più italiani disertano le urne perché contrariati da un certo “andazzo” della politica e delusi nelle loro aspettative quotidiane. Il prossimo referendum confermativo è occasione unica per lanciare un segnale chiaro di siffatta “insofferenza”.


Non si tratta di andare a votare per scegliere una forza di governo e/o i nominativi di potenziali candidati. Si tratta di impedire che dal consenso (o l’astensione) dei cittadini venga fatto “dipendere” il varo di un nuovo sistema di organizzazione e gestione dello Stato e il relativo processo legislativo. In una parola: lo stile di vita e le norme/regole di base valide per la comunità.

(Tutte tematiche che presuppongono una serie di competenze e esperienze specifiche che, come tali, vanno ben oltre le usuali conoscenze).

Ergo. VOTARE NO significa rispedire al Parlamento (mittente) un quesito “irricevibile” per almeno un paio di fondate ragioni.


NON è la finale di un festival canoro o di un concorso di bellezza.

NON è corretto chiedere di formulare e sintetizzare (ridurre a semplice Si o No) una “valutazione complessiva” di diversificate proposte inerenti molteplici aspetti della Costituzione.


Secondo.

Il PARLAMENTO, quale organo di “rappresentanza” di tutto il popolo, nel mettere mano e “cambiare” ben 40 Articoli della Carta fondamentale, ha il precipuo compito e dovere etico morale di addivenire a quella modifica/revisione che registri la condivisione “molto ampia” (qualificata) dei vari gruppi di eletti.


In una parola.

Votare NO è un messaggio inequivocabile di dignità e riscatto civico.

Proporre di “cambiare” non è il passepartout per travisare valore e significato di Parola e Merito


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