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Referendum: Renzi-Zagrebelsky, perché il confronto è stato un disastro

Di pv21 (---.---.---.105) 2 ottobre 2016 12:23

TRASPARENZA >

Per il premier RENZI non è affatto di sacrificio dover arrivare a mollare certi passaggi dell’Italicum, se non addirittura l’intera legge.

Le sue reali aspettative sono tutte rivolte al buon esito del noto referendum confermativo.

NULLA infatti può dargli altrettanto prestigio duraturo quanto l’essere ricordato come il leader politico che ha cambiato, in modo incisivo, la Costituzione e l’architettura Istituzionale dello Stato. E, di conseguenza, poter continuare a governare fino a fine legislatura per riproporsi alla prossima.

Tanto più che delle future modifiche e integrazioni non cambierebbero il valore di siffatta riconosciuta paternità.


Non solo.

Visto il calendario dei passaggi, il premier Renzi (come l’anno scorso) può intanto ottenere, in via provvisoria, dalla Commissione UE quegli “eccezionali” margini di flessibilità così essenziali per “rimpolpare” la sua Legge di Stabilità del 2017. Puntando altresì sul fatto che, dopo appena 2 mesi da una vittoria su tale referendum, la stessa Commissione non troverebbe i motivi “validi” per un ripensamento.


ERGO.

INUTILE aspettarsi un puntuale confronto di merito sui contenuti.

Le FURBERIE tattiche, ben condite di slogan roboanti, sono quello che serve per “scompaginare” il fronte del NO.

La trasparenza non è certo prerogativa di un Dossier Arroganza


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