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Bertinotti invecchia male, da Rifondazione a Comunione e Liberazione

Di fabio ambrosetti (---.---.---.169) 24 aprile 2016 22:15

Più che una metamorfosi, il naturale approdo di chi ha sempre considerato "il popolo", o "le masse" non come l’insieme di uomini, ma come un’entità astratta, buona per le chiacchiere da salotto.
Dov’era Bertinotti nei momenti topici delle lotte per i diritti del lavoro? La posizione intransigente assunta sulle 35 ore, era formulata in modo talmente ultimativo da risultare paradossale: un grimaldello per scardinare il governo Prodi.
Stessa tecnica politica "lancia in resta" per l’estensione dell’articolo 18. Con una novità: il perseguimento di un obiettivo sacrosanto attraverso lo strumento sbagliato di un referendum che - tra l’altro - lasciava privi di tutele i lavoratori atipici.
Non giudico le scelte di coscienza: se Bertinotti si rispecchia nei "valori" di CL, è un suo problema. Io ne ho altri, più immanenti.
So che la storia non si fa con i "se", ma non posso fare a meno di pensare a come avrebbe potuto essere la mia vita, il mio futuro, le mie speranze lavorative, se gente come Bertinotti non avesse anteposto le proprie ambizioni personali al perseguimento di una qualche forma di giustizia sociale a favore di quel "popolo" che si vantava di rappresentare.

Anche per questo, merita tutta la mia disistima.


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