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Quando i clandestini eravamo noi

Di (---.---.---.166) 6 luglio 2009 12:38

 Quando emigravamo , lombardi(come me), veneti o meridionali, siamo stati trattati come forza lavoro a basso costo, discriminati, emarginati.
Durante tutta la fase di immigrazione negli USA agli immigrati regolari italiani fu NEGATA la possibilità di mandare i figli nelle scuole, finchè un italiano non riuscì ad aprire una piccola scuola per gli immigrati e ad ottenerne i riconoscimenti. Solo dopo la seconda generazione di nati negli Usa(quasi anni 50) fu possibile per gli immigrati di origine italiana accedere al servizio scolastico pubblico, nelle classi "ghetto": la classe portoricana, la classe italiana, la classe cubana...etc
Questa è storia. 
Ma è la storia di ogni paese che abbia avuto il fenomeno dell’immigrazione e dell’emigrazione. Non solo del nostro...
Il mio trisavolo si stabilì in Italia, cittadino prussiano dell’ impero che all’epoca ci dominava. Era un lanzichenecco?, un nobile? Una persona qualunque? Un contadino?Non lo so. Nessuno lo sa. Per tutti era "lo straniero", che puzzava e che era un poco di buono, che aveva rubato la donna(?) a un possibile italiano, che forse e magari avrebbe potuto sposarla, non si sa chi, non si sa quando.(e questa è cronaca familiare)
Ho girato in Europa(Francia, Inghilterra, Austria,paesi UE!), per motivi di lavoro e studio, sono ancora e sono sempre "l’italiana " bassa, cicciottella, pasta , mandolino e mafia...come se non vedessero gli occhi verdi e i capelli rossi e che adoro il risotto.
Ho amici olandesi e tedeschi, bollati in Italia come tutti drogati ed ubriaconi...e non lo sono! 
Cosa ne deduco?
Il nuovo spaventa, ciò che non conosciamo ci fa divenire diffidenti e sospettosi, come la goccia che sale nel racconto di Buzzati.
Ma l’unico modo per superare la paura che ci fa chiudere, sarebbe quello di conoscere e di capire.Di aprire quella porta e seguire la goccia che sale, per scoprire che, magari, vuol solo prendere una boccata d’aria in una calda giornata estiva.
Non dico di dare tutto senza sforzi, ma un’opportunità non si può negare a nessuno.
Guardiamo gli errori già commessi, valutiamo e cerchiamo strade migliori, che esistono, poichè tutto è perfettibile.


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