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Giustizia: i vantaggi della separazione delle carriere

Di Antonio DS (---.---.---.208) 26 maggio 2009 05:55

D’accordo sulle macroscopiche inefficienze, ma che c’entra la separazione delle carriere? Casomai, in una situazione come quella attuale, porterebbe ulteriori disagi, ed è semplice aritmetica: da tanti processi con pochi giudici, si passerebbe a tanti processi con ancora meno giudici, mi sembra una corbelleria di prima scelta!
Il conflitto d’interesse tra chi esercita l’azione penale e chi emette il giudizio pare si applichi comunque col sistema attuale, cioè con la discriminazione in sede di affidamento degli incarichi. Ben più pericolosa, per l’interesse del cittadino e soprattutto di quello più debole in quanto povero, è la sottaciuta sottrazione di poteri al pubblico ministero, cui si vuol togliere l’obbligo di accertare la verità e lo si continua a rappresentare come persecutore...
diciamola tutta, questa manovra è conveniente solo per la casta degli avvocati e per i rei con buone possibilità finanziarie!
Il problema più macroscopico della giustizia in Italia, è che la politica non ha alcun interesse a farla funzionare con la sovrabbondanza di decretazione e legiferazione, spesso paradossalmente contraddittoria anche in termini di principio, si ingolfano i processi, e in più sottraendo finanze e mezzi si mette in ginocchio tutta la macchina della giustizia.
Ora che non mi si venga a dire che certi programmi sulle reti nazionali, quelli con la giuria all’americana che decide in vece del giudice, non sono un primo tentativo di educare le masse di pecoroni televisivi a prendere per normale un sistema che diventa più un terno al lotto che un processo giudiziario, in realtà la decisione è già stata presa da chi governa nell’ombra, dietro il pupazzo, e che si vuole impossessare del mercato di mediazioni extragiudiziali che ne deriverebbe... un bel boccone appunto, ma solo per gli studi legali!!!


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