• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

Buddismo e Cina: l’abominio della desolazione in luogo sacro?

Di KarmaDue (---.---.---.173) 30 aprile 2015 01:36

Mi scuso con l’autore di questo articolo ma non posso non dire che ha scritto un sacco di inesattezze. Mi sembra che lei voglia semplicemente screditare la Cina, passando sopra l’accuratezza dei fatti. Le cose sono molto diverse. 

- Non è vero che la Cina impone il culto di Shugden. Quest’ultimo è fatto solo nella scuola Gelug del Buddhismo Tibetano, e solo in certe parti dell’attuale Tibet cinese sembra che venga imposto. Probabilmente dipende, pertanto, dalle decisioni di governatori locali e non dal Governo Cinese in sé. 
- Il culto di Shugden è un culto tradizionale della scuola Gelug. Non è affatto equiparabile ad un culto demoniaco; è stato fatto per secoli dai tutti i maestri del lignaggio Gelugpa. Non è vero che i teologi buddhisti lo vedano come un culto malefico; è solo il Dalai Lama che lo vede così, e dietro la sua decisione hanno influito anche importanti motivazioni politiche.
- Non è affatto vero che Dorje Shugden sia legato alle pratiche tantriche da lei menzionate. E’ vero, semmai, il contrario. Questo Protettore è legato alla purezza dell’ordinazione monastica, secondo alcuni, al contrario, osteggia proprio quelle pratiche di cui lei parla. 
-Non è affatto vero, inoltre, che le persone immolate lo abbiano fatto per il culto di Shugden. Gli immolati sono fanatici politico-religiosi, ma non c’è alcun legame con questa controversia


Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox