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La BCE
manifesta “preoccupazione” per il nostro Debito, cresciuto a gennaio di altri
31 miliardi.
Pronta arriva l’obiezione del Ministro dell’Economia Padoan.
Se le
regole (sul debito) si rivelano “inadeguate” a affrontare circostanze
eccezionali, una loro applicazione “meccanica” sarebbe controproducente. Non
solo.
Le regole (impegni), aggiunge, si rispettano anche se si fanno le riforme
“in modo deciso”.
Ecco riecheggiare il solito annuncio di “mirabolanti” riforme
in arrivo.
Come esperto di conti pubblici, Padoan dovrebbe sapere che, solo per
pareggiare il suddetto aumento di gennaio, il nostro PIL del 2015 dovrà crescere
più dell’1,6%.
Praticamente il doppio di quanto atteso dalle “decantate” riforme
governative.
Viceversa.
Senza passare per “ragionieri”, sarebbe lecito
aspettarsi di veder aumentare il PIL mentre il Debito resta almeno “bloccato”.
Per
una buona e semplice ragione.
Approfittando della caduta dei tassi d’interesse
(vedi BCE) gli svariati miliardi così risparmiati potrebbero fornire un prezioso
contributo all’azione di rilancio del paese.
Magari cominciando a mettere mano
a quella Tagliola Tributaria che da anni corrode il portafoglio delle famiglie
…