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AgoraVox, Peppino Impastato e il sogno dell’informazione

Di lo scemo del villaggio (---.---.---.230) 9 maggio 2009 20:01

   caro Francesco,
 devo dirti, con rammarico, che non sono d’accordo con le tue parole.
 E non parlo, ovviamente, del (nobile) ricordo di Peppini Impastato, che tutti gli spiriti liberi ricordano come un eroe. Mi riferisco alle tue considerazioni di corollario.

 Stando alle tue parole le "insufficienze" e i "limiti" di AV consisterebbero nel "non essere inseriti in un’area politica o economica" e nel (un po’ retorico) "privilegio" che ne deriverebbe.
 Per essere un social network eterodiretto da una rigida politica editoriale (come tu stesso ricordi), dove persino i commenti vengono sottoposti ad un capillare controllo, e dove vi sono numerosi banner, ovvero interessi economici, le tue parole suonano, alle mie orecchie, quasi sarcastiche.
 Regole imposte da altri, insindacabili, inappellabili, seppur pienamente legittime e forse necessarie, non mi pare diano il diritto di inorgoglirsi di alcunche’.
 E il fatto di guadagnare dal lavoro altrui dovrebbe rendere piu’ umili e democratici, magari coinvolgendo nella stesura e/o applicazione della "politica editoriale" i redattori stessi.

 Certo, il fatto che, poi, la massa di tali redattori ti faccia la clacque per pezzi come questo, votando in modo bulgaro, la dice lunga sulla loro consapevolezza e sul loro grado di liberta’ individuale.

 E mi verrebbe quasi da dire "ma se a loro sta bene cosi’, allora ha ragione Francesco Piccinini".
Ma cosi’ non e’.
 Francesco Piccinini, questa volta, ha torto.

 Credo che il giornalismo, il fare informazione, l’essere parte civile contro il potere, sia un qualcosa che vada difeso comunque, ben al di la’ e, mi verrebbe da dire, malgrado i giornalisti.

 E tu, Francesco, non mi pare che abbia evidenziato i (numerosi) problemi che, a mio modesto avviso, affliggono AV, primo fra tutti il rigido controllo del politburo di redazione.

 Tu mi insegni che, in ogni redazione, se il direttore e’ contro qualcosa, quel qualcosa non passera’ mai.
 Tu mi insegni che, in ogni ambito, il denaro corrompe. Corrompe sempre e comunque.
 Tu mi insegni che ogni controllo di un’autorita’ sul pensiero e’ censura.

 Mi limito a richiamare l’attenzione su questi pochi ma fondamentali elementi.
 Finche’ in AV le regole "editoriali" saranno calate dall’alto, finche’ i banner saranno decisi dall’alto, finche’ la censura sara’ decisa dall’alto, ebbene sino ad allora sara’ quantomeno oleografico (per non dire propagandistico) parlare di "liberta’ " e di "privilegi".

 Sotto questo aspetto Av, che pure e’ e resta un bellissimo esperimento di giornalismo del futuro, mi pare deludente e lontano dai toni autocelebrativi che il suo direttore gli dedica.
 
 Tutti gli articoli andrebbero pubblicati, visto che e’ un algoritmo a decidere il loro rank.
 Tutti i commenti andrebbero pubblicati e mantenuti, anche quelli scomodi. Soprattutto, e sottolineo quel soprattutto, quelli scomodi.
 Perche’ vedi, caro direttore di Av, i veri giornalisti sono solo e soltanto quelli che scrivono cose che, permettimi l’espressione, fanno girare i coglioni e anche di molto.
 Gli (pseudo)giornalisti alla Riotta, presenti anche su AV e che fanno le veline per il Corsera o la Nato, non sono giornalisti, ma quanto di piu’ spregevolmente antitetico. L’unico dubbio e’ se sono in malafede o solo ignoranti e imbevuti di ortodossia.

 Quando si capira’ che l’informazione libera e’ quella SENZA CENSURA, (e libera da condizionamenti economici) allora si sara’ fatto il primo passo.

 Una bestemmia, una parolaccia, un scatto d’ira, sono solo lo sfogo di chi sente profondamente, mentre, al contrario, per esempio, un dotto elzeviro agiografico sul papa che pribisce i preservativi non e’ altro che una marchetta per un criminale che specula sull’ignoranza.

 Non e’ la forma. E’ la sostanza che deve contare. Punto.
La forma e’ da sempre l’alibi per fottere le classi subalterne. Ieri come oggi.

 Se voglio gridare che il re e’ nudo e la sua signora una puttana devo (dovrei) poterlo fare. Altrimenti il mondo va avanti lo stesso. Ma e’ censura. (Come l’italia di oggi, detto per inciso, una dittatura con una disinformazione degna della Tunisia o della Turchia.)

 Tu censuri le parolacce e/o altro. Giudice ed esecutore.
Io non censurerei niente.
 Tu censuri la rabbia.
Io la metterei in prima pagina.
 E’ dalla merda che nascono i fiori e la democrazia, come ci ricorda Calamandrei, nasce sulle montagne, nei bivacchi, non nei salotti. Nei salotti, aggiungerei io, la democrazia muore.

 Tu sei il capo. Argomento risolutivo e fine del discorso.


Per questo, per quel poco che vale, non collaboro piu’ con AV.

 Perche’ il pensiero e’ sempre anarchico, irrispettoso, impetuoso, irrefrenabile.
 Forse, e te lo dico con la massima umilta’, un giorno lo comprenderai, perche’ so che sei una persona intelligente e con un cuore grande cosi’. Sei giovane, ma da questa malattia, purtroppo, si guarisce presto.
 
 Servono parole nuove, occhi nuovi, azioni nuove, pensieri nuovi. Servono parolacce, anche vecchie...

 Per questo se un articolo va bene per Repubblica e Corsera allora non dovrebbe andare bene per AV. E viceversa, se un pezzo fosse da cestino per La stampa e Panorama allora dovrebbe essere in homa page su AV.
 Per questo TUTTI gli articoli e commenti andrebbero pubblicati.
 Perche’ anche se ho un Phd in comunicazione e disquisisco dottamente su Nato, Afghanistan, stato, chiesa eccetera il pastore con la terza elementare e la rabbia agli occhi, deve potermi mandare affanculo: lui comunica cosi’ e deve poterlo fare. Che l’ipocrita perbenismo borghese, razzista e classista, stigmatizzi e impedisca tali comportamenti ed espressioni mi pare indegno di un’Agora’ veramente libera.

 Purtroppo l’italia e’ un paese di servi.

Giustamente Longanesi diceva che, in Italia, non manca la liberta’, mancano gli uomini liberi. E aveva ragione.
 Prezzolini se ne andra’ in Svizzera, nauseato dal servilismo del belpaese. Cavallotti morira’ in duello per le sue idee. Montanelli, a settant’anni, verra preso a calci nel culo dal suo editore parvenu sceso in politica.
 Travaglio viene sistematicamente trascinato in tribunale da questa classe politica di post fascisti, razzisti e italoforzuti.

 Solo la nostra ignoranza generalizzata ci impedisce di guardarci allo specchio e vomitare. Del resto il poco che vediamo e’ il poco che siamo.
............

 Capisci perche’ AV e’ ancora lontana da cio’ che tu affermi che sia gia’ ora?

Ricordati, caro Francesco, che la democrazia e’ quella che mette a morte i suoi figli migliori. Lo ha sempre fatto, come Saturno.

 "Volete voi libero Gesu’ o Barabba?" si domandava in un celebre "processo" pubblico. Sappiamo come ando’ a finire.
 Per questo quando vedi un plebiscito nel gradimento di un articolo devi dubitare che si tratti di un buon articolo. Anche e soprattutto se e’ il tuo articolo.

 Non serve gente sussiegosa e compita, che va in giro col bocchino. Servono tafani disperati, che rompano i coglioni e che gridino l’eterna rabbia dei dannati della terra.

 Non mi firmo, per una promessa a me stesso, ma non e’ improbabile che tu forse capisca chi sono.

 Un saluto, con disaccordo e stima.

 Ps. bello il video.




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