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De Magistris, Alfano e la memoria corta

Di Giuseppe Aragno (---.---.---.239) 8 ottobre 2014 22:31
Giuseppe Aragno

Non mi offendo, figurati. Meridionale e pure sospettoso di certe difese d’ufficio. Non mi offendo e non offenderti tu, se ti dico brutalmente ciò che penso: ragioni con una mentalità tipicamente omertosa. Vedi tu a quale parte d’Italia assegnarla; per me non fa differenza. Le cose stanno a posto formalmente e allora va bene... No. Non va bene, no. Sbagli e anche molto.
Mi sono fermato ai primi tre righi del tuo secondo commento. Non ho letto altro. Bastano quelli. Ci puoi mettere dopo l’Etica di Aristotele, non m’interessa. Io faccio differenza tra forma e sostanza. Molta differenza, perché - sarà che sono meridionale -so quanto sia utile, se vuoi capire dov’è che si annida il malaffare organizzato. Se un’Istituzione la rappresenta Riina, non la rispetto. E siamo là, la differenza non c’è. Non cambio idea nemmeno se scrivi un trattato. Non sono democratico? Non alla tua maniera. In ogni caso, non sta scritto da nessuna parte che dobbiamo essere per forza d’accordo; non ce l’ha prescritto il medico. E non è nemmeno un obbligo che si discuta, perciò ognuno si tiene la sua opinione e pazienza. Scusa, ma non ti rispondo più. Sarebbe una discussione eterna, senza senso e fatalmente ipocrita. Ce la risparmiamo ed è meglio.


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