Gentile sig. Geri, critichi pure, un lettore critico è un lettore
attento. Sto seguendo queste elezioni da Roma, i miei contatti afghani
mi sconsigliavano una presenza in questo periodo per ragioni di
sicurezza e non avevano torto visto quel che è accaduto a Horner e alla
Niedringhaus.
Un articolo, mi passi l’ovvietà, è più stringato d’un
libro. Nel pezzo in questione affronto un tema particolare. Ciò che lei
dice attorno all’oppio coinvolge inevitabilmente anche la questione
presidenziale. La famiglia Karzai, ad esempio, è stata in questi anni
particolamente addentro i traffici di droga, tant’è che un fratello del
presidente (Walid) è rimasto vittima d’un agguato molto simile a quelli
che le mafie del grosso spaccio compiono per faide interne o
trasversali.
I signori della guerra riciclati nelle istituzioni
restano signori degli affari e questi affari trattano soprattutto di
oppio, prima entrata della nazione afghana, assieme agli "aiuti"
occidentali. Perciò le ho citato il libro che tratta anche
quest’argomento. Se lei vorrà avere notizie sulle recenti imprese
(d’ogni genere) che i nuovi clan al potere e quelli collaterali
attueranno, appena ci saranno aggiornamenti sarò pronto a divulgare.
Un cordiale saluto, ecam