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Proibire l’aborto e ringraziare Putin: l’etica nazista delle "spose sottomesse" di Costanza Miriano

Di Fabio Della Pergola (---.---.---.12) 11 febbraio 2014 13:10
Fabio Della Pergola

Gentile Dott.ssa Adele,

non mi è successo proprio niente nella vita, per essere arrabbiato. E infatti non lo sono. Ma mi ritengo libero, come essere pensante, di contrastare le argomentazioni culturali che ritengo errate e per certi versi deleterie.

Naturalmente lei è liberissima di credere quello che vuole, ci mancherebbe, sulla mia o sull’altrui serenità. Mi permetta però di ricordarle che nessuna persona che sostenga la libertà di abortire si è mai permessa di imporre l’aborto a chi voleva procreare (che è naturalmente non solo lecito, ma anche bellissimo - e parlo per esperienza diretta di padre).

Ma ben diverso è costruire un’ideologia culturale su questi temi, come fa la signora Miriano:

1) che il vero rapporto "naturale" fra un uomo e una donna è quello finalizzato alla procreazione. Solo il cristianesimo, fra le grandi culture, lo dice e ne fa il concetto base della sua millenaria struttura antropologica. Il rapporto fra esseri umani di genere diverso è altro rispetto al rapporto fra animali di genere diverso, perché l’uomo non è un animale.
Sembra strano doverlo ricordare, ma se la femmina dell’uomo avesse una struttura biologica animale andrebbe in "calore" a scadenze fisse e non avrebbe il "desiderio" di rapporto, che è altra cosa. Le dice niente?

2) che la vita inizia dal concepimento. E’ un’affermazione relativamente recente anche nella storia della Chiesa, che non è condivisa né dall’ebraismo né dall’Islam, tanto per rimanere in ambito monoteista; né tantomeno dalla comunità scientifica che ha dato il suo parere a seguito del quale la stragrande maggioranza degli stati ritiene lecito l’aborto, ma non l’omicidio. Se la vita iniziasse al concepimento l’aborto sarebbe equiparato all’omicidio, il che non è.

3) che le dimostrazioni scientifiche (elettroencefalogramma fetale e neonatale) sono false, solo perché contrastano che l’ideologie che lei sostiene, basata solo sul fatto che il feto si muove nella pancia. La questione dell’elettroencefalogramma invece è indiscutibile e dimostra esattamente quello che ho detto nel commento precedente. Si informi. Quanto alla psicologia, lei può citare chi vuole e io le citerò chi dice esattamente il contrario, si rassegni.

Da tutto ciò deduco che la signora Miriano, liberissima di pensare quello che vuole come chiunque altro, nel momento in cui pubblica un libro e si fa intervistare, propone la sua ideologia pubblicamente e pubblicamente si espone, perciò, alle critiche che sono altrettanto legittime quanto il suo scrivere.

Quanto all’aiuto, materiale e psicologico alle donne incinte non ho alcun dubbio che un paese civile dovrebbe fare tutto quello che può in questo senso. Ma devo prendere atto che questo paese, governato per cinquant’anni dalla Democrazia cosidetta Cristiana, poi per una dozzina d’anni dal governo dei sostenitori del Family Day, con, intramezzati, alcuni anni del cattolicissimo Romano Prodi, alle donne incinte non ha mai dato alcun aiuto; in ogni caso molto meno di quanto non faccia, ad esempio, la laicissima Francia. Quindi le donne che sono "costrette" ad abortire sono vittime di un sistema che non dipende certo da chi chiede il "proprio" diritto di abortire se lo ritiene, ma casomai di un sistema politico che a parole è a favore della "difesa della vita fin dal concepimento" che quindi - oltre ad essere un’affermazione ideologica, tutt’altro che fondata scientificamente - è anche sostenuta in maniera ipocrita.

"Non proibire quindi..." è un assunto che capisco poco. Chi sostiene il divieto di abortire proibisce qualcosa a qualcuno. Il contrario non è affatto una proibizione (nessuno proibisce ad una donna incinta di partorire) ma l’affermazione di un diritto personale. Cerchiamo di non girare la frittata, prego.

Con serenissima reverenza la saluto anch’io. Fabio Della Pergola (blogger o qualcosa del genere)


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