Lei parla del ’disegno intelligente’ che non è, ovviamente, diverso dalla religione rivelata; solo un po’ sfoltita nei suoi aspetti più "barocchi". Qui invece siamo davanti all’ipotesi che la ragione illuminista - che non dovrebbe aver mai, per quello che ne so, accettato nemmeno l’idea del disegno intelligente - si riveli assolutamente carente (e quindi sostanzialmente convergente con l’ideologia religiosa) nel definire l’umano. Al dunque non c’è opposizione - se non quella che ho indicato nell’ultima parte - alla forma mentis religiosa (con tutte le ovvie ricadute non solo culturali, ma anche sociali, politiche etc.)