<<La
mia osservazione va valutata nel quadro posto dall’ipotesi che esista un
"antico confine tra atei e credenti che si sgretola", che mi sembra
indichi il senso generale della ricerca che lei ha proposto>>
Il
confine che si sgretola fa capo alla ipotesi, proposta dai vari Mancuso e
altri, che il confine credenti-non credenti vada superato. Storicamente è stato
considerato un confine netto, ma proprio il filo di ragionamento che ho cercato
di seguire porta alla conclusione di Vannini che in realtà non esista, non sia
mai esistita (la religione è filosofia, la filosofia è religione), ma che sia
sempre stata una falsa contrapposizione; limitata al più al rapporto
uomo-natura, ma incapace di affrontare il problema della definizione dell’umano
come essere affettivo, artistico, e – solo dopo anni – anche pensante.
Rimandare il conflitto al potere temporale della Chiesa e
alla avversione della Scienza a quel potere mi sembra, di nuovo, riduttivo. Il
problema è culturale e ideologico. Che poi sia anche potere derivante dalla
cultura dominante e – anche – temporale, è conseguenza ovvia.