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Credenti e non credenti: dove porta il dialogo Scalfari-Bergoglio (terza parte)

Di Fabio Della Pergola (---.---.---.27) 26 settembre 2013 20:11
Fabio Della Pergola

<<La mia osservazione va valutata nel quadro posto dall’ipotesi che esista un "antico confine tra atei e credenti che si sgretola", che mi sembra indichi il senso generale della ricerca che lei ha proposto>>

 

Il confine che si sgretola fa capo alla ipotesi, proposta dai vari Mancuso e altri, che il confine credenti-non credenti vada superato. Storicamente è stato considerato un confine netto, ma proprio il filo di ragionamento che ho cercato di seguire porta alla conclusione di Vannini che in realtà non esista, non sia mai esistita (la religione è filosofia, la filosofia è religione), ma che sia sempre stata una falsa contrapposizione; limitata al più al rapporto uomo-natura, ma incapace di affrontare il problema della definizione dell’umano come essere affettivo, artistico, e – solo dopo anni – anche pensante.

 

Rimandare il conflitto al potere temporale della Chiesa e alla avversione della Scienza a quel potere mi sembra, di nuovo, riduttivo. Il problema è culturale e ideologico. Che poi sia anche potere derivante dalla cultura dominante e – anche – temporale, è conseguenza ovvia.


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