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Credenti e non credenti: dove porta il dialogo Scalfari-Bergoglio (seconda parte)

Di paolo (---.---.---.247) 21 settembre 2013 19:25

Leggo ora il commento di Persio ,che mi ero perduto .
Non mi sembra che ci sia poi cosi’ grande distanza concettuale . Due cose voglio sottolineare , il limite non deve identificarsi con l’impossibile . Domandarsi cosa c’è oltre i confini dell’Universo(i) avrebbe senso se avessimo la prova che tale confine realmente esiste o se è solo un nostro limite strumentale (non mi soffermo sui modelli di Universo) .Ma se lo strumento di misura è insufficente questo non deve tradursi nella negazione di una osservabile . Per tornare ai riferimenti matematici di Persio , i numeri interi servivano a contare i polli e le mele , tuttavia per dare spiegazione matematica a determinati fenomeni ,ci si è dovuti allargare all’insieme dei numeri reali e poi per l’analisi vettoriale dei campi elettromagnatici (delle correnti elettriche ecc.. ) siamo dovuti ricorrere ai numeri complessi che hanno una componente reale ( il calore della stufa) ed una immaginaria (i o j - campi) senza i quali non si sarebbe potuto elaborare né la teoria dei campi elettromagnetici , né la meccanica ondulatoria , né la meccanica quantistica .

Quindi piano con l’escludere a priori la "teoria del tutto" . Per ora non ci siamo riusciti .
Credo d’aver capito che Persio sostenga che è possibile l’esistenza di un creatore anche in assenza di creato . Ma se manca il creato come puoi definire un creatore ? Banalizzando , un creatore è tale nel momento in cui realizza un creato , a meno di non accettare che anche il nulla è un creato che però deve coincidere col suo creatore .

E risiamo al punto di prima , lasciamo perdere .....


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