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Sardegna: terra di conquista per le multinazionali

Di paolodegregorio (---.---.---.139) 30 agosto 2013 21:12

mi dispiace, credo che tu non conosca la Sardegna.


Quanto a chi porta denaro, occorre fare bene i conti di quanti lavoratori impiega (e sono pochi sardi) e ciò che porta via (i profitti tutti e arrivano dalla nostra bolletta elettrica nel caso di incentivi alle rinnovabili), poi con le centrali a carbone non sappiamo quanto esso sia veramente "pulito", non inquinante con conseguenze sulla salute).
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Un piano energetico regionale di cui parlo può impegnare molti lavoratori, dai ricercatori dedicati a nuove tecnologie nel settore delle rinnovabili, ai produttori di tale tecnologia, agli installatori, e rendendo autosufficienti energeticamente piccole e medie imprese procura vantaggi economici per le stesse con possibilità di nuova occupazione.
E infine la diffusione su tutto il territorio della microgenerazione con le rinnovabili crea una nuova mentalità di autosufficienza con rispetto dell’ambiente.

Per questo è necessario l’impegno diretto a fare, progettare, gestire il piano energetico che di fatto contrasterebbe operazioni di neocolonialismo di multinazionali estere o di mafie nazionali (che sono ampiamente intervenute nell’eolico in Sardegna), ovviamente mandando a casa politici incapaci o corrotti.



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